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Bankitalia: aziende più pessimiste, danni da energia

Indagine, più difficoltà con bollette per un terzo delle imprese

Le aziende italiane sempre più pessimiste sulla situazione economica a causa "dell'incertezza imputabile a fattori economici e politici e l'andamento dei prezzi delle materie prime"e si attendono un rafforzamento dell' inflazione che durerà anche nei prossimi anni. Secondo l'indagine condotta dalla Banca d'Italia presso le imprese dell'industria e dei servizi con almeno 50 addetti, nel terzo trimestre "le attese sull'inflazione al consumo sono ulteriormente aumentate, superando il 6% sui 12 mesi e attestandosi su valori intorno al 5% anche sugli orizzonti più distanti (a 2 anni e tra 3-5 anni). Inoltre "per quasi un terzo delle aziende, le difficoltà legate al costo dell'energia sono state maggiori che nel trimestre precedente".

"L'impulso della domanda, che aveva sostenuto l'attività negli ultimi trimestri, è venuto meno e le attese delle imprese non ne prefigurano una ripresa nei prossimi mesi. Segnalata anche una moderata revisione al ribasso dei piani di investimento per il 2022. 

"Le prospettive dell'occupazione nel quarto trimestre rimangono nel complesso favorevoli", segnala la Banca d'Italia. "La quota di imprese dell'industria in senso stretto e dei servizi che prevedono di espandere il numero di addetti è risultata superiore di 5,6 punti percentuali a quella di chi ne prevede una riduzione, un divario più contenuto rispetto alla rilevazione precedente (15,7)". "Le attese - sottolinea l'indagine di Via Nazionale - sono più favorevoli nel comparto delle costruzioni, dove il saldo è aumentato lievemente a 11,7 punti percentuali (10,8)".

Le aziende italiane si attendono un rafforzamento dell' inflazione che durerà anche nei prossimi anni. Secondo l'indagine condotta presso le imprese dell'industria e dei servizi con almeno 50 addetti, nel terzo trimestre "le attese sull'inflazione al consumo sono ulteriormente aumentate, superando il 6% sui 12 mesi e attestandosi su valori intorno al 5% anche sugli orizzonti più distanti (a 2 anni e tra 3-5 anni). "Anche la dinamica dei prezzi praticati dalle imprese si è rafforzata e rimarrebbe sostenuta nei prossimi 12 mesi, sospinta dai rincari degli input produttivi e dalle più elevate attese di inflazione".

Le banche italiane presentano un situazione di maggior forza "rispetto alle precedenti crisi", una percentuale di crediti deteriorati che resta bassa e una capitalizzazione in lieve riduzione ma "più alta di prima della pandemia". E tuttavia, ammonisce il dg della Banca d'Italia Luigi Federico Signorini, "restano "molto esposte ai rischi" del ciclo economico e dovrebbero esercitare "cautela quando prenderanno le loro decisioni di gestione del rischio e del capitale".

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