Il brusco calo delle temperature
registrato negli ultimi giorni in Italia rischia di farsi
sentire anche sulle tasche dei consumatori, attraverso un
incremento dei prezzi al dettaglio dell'ortofrutta. L'allarme
viene lanciato da Assoutenti, dopo le gelate che hanno colpito
le coltivazioni in tutta la penisola. Nell'ultimo mese i listini
della frutta fresca sono saliti del 7,3%, solo per pere +20,1%,
frutta con nocciolo (albicocche, ciliegie, susine) +18,5%.
"Dal nord al sud Italia i coltivatori segnalano problemi
legati all'andamento delle temperature, salite sopra la media
nelle scorse settimane e poi improvvisamente scese. - spiega il
presidente Gabriele Melluso - Una altalena che potrebbe
danneggiare alberi e piante, decimando alcune produzioni tipiche
del periodo primaverile. Questo significa che nelle prossime
settimane i consumatori rischiano di fare i fare i conti con
sensibili rincari per la frutta di stagione come albicocche,
ciliegie, pesche, nettarine e susine ma anche pere e mele, e per
una moltitudine di ortaggi, come conseguenza delle minori
produzioni agricole e dei maggiori costi sostenuti dai
coltivatori per salvare le piante".
"Rincari che andrebbero ad aggiungersi ai pesanti aumenti
dell'ortofrutta registrati nell'ultimo mese. - avverte Melluso -
I prezzi della frutta fresca sono infatti saliti in media del
7,3% su base annua, con punte del 20,1% per le pere e del 18,5%
per la frutta con nocciolo (albicocche, ciliegie, susine, ecc.),
+7,2% le mele. Per radici, bulbi non amidacei e altri vegetali
(carote, finocchi, cipolle, aglio, asparagi, carciofi) si
registrano aumenti medi del 13,5% su base annua, +12,4% le
patate. In tale contesto, poi, è altissimo il rischio
speculazione, con incrementi di prezzo anche per quei prodotti
che non hanno subito alcuna conseguenza dal calo delle
temperature".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA