La morte del presidente di Santander, Emilio Botin, il banchiere più influente di Spagna, stroncato da un infarto oggi all'età di 79 anni, lascia un'eredità difficile da eguagliare. Figlio e nipote di una saga di banchieri della Cantabria, sarà ricordato per la sua forte personalità e carattere con i quali si muoveva nel mondo della finanza, riuscendo a fare del Santander, durante il trentennio della sua presidenza, la banca numero uno in Spagna e la maggiore dell'eurozona per capitalizzazione, con le azioni lievitate durante la sua gestione del 2.600%.
Con una fortuna personale stimata da Forbes in un miliardo di dollari, 'el Presidente', come era noto Botin, manteneva un profilo basso, ma aveva contatti privilegiati con premier e famiglie reali. Un uomo capace di creare, a partire da un piccolo gruppo regionale, un impero con 200.000 impiegati, grazie a una politica aggressiva di espansione negli anni Novanta. Prima, l'acquisizione in Spagna di Banesto e del Banco Central Hispano; poi, all'estero, quella di Abbey per 14,5 miliardi, il primo sbarco di una banca iberica sul mercato britannico, e la statunitense Sovereign Bank. Ma è stato in America Latina che Botin ha fissato il principale obiettivo del gruppo, con una crescita continua e accelerata, diventando un punto di riferimento della finanza globale, negli anni in cui in Spagna, dopo lo scoppio della più grande bolla speculativa immobiliare, le banche erano forzate a ristrutturazioni, fusioni e al salvataggio della Ue. Uno dei momenti chiave della carriera del patriarca del Santander fu il decennio degli anni '70, quando riuscì a salvare il suo gruppo da una crisi bancaria che costò la sopravvivenza a 57 banche spagnole.
In Italia, il banchiere dalle grandi influenze nei palazzi del governo spagnoli, è stato protagonista di una delle operazione più controverse, la vendita di Antonveneta al Monte dei Paschi di Siena. Ma ha dovuto rinunciare al tentativo di scalata nel Sanpaolo Imi, pur restando socio di istituti dome le Generali, Mediobanca o Capitalia. Nel Belpaese la sua popolarità era dovuta alla decisione di diventare sponsor ufficiale della Ferrari, portando nel 2010 Fernando Alonso alla scuderia del Cavallino con un contratto di cinque anni. Un vero ferrarista, che resterà nei nostri cuori", come lo ha voluto "ricordarlo e ringraziarlo" Luca Cordero di Montezemolo, che abbandona la scuderia di Marianello proprio nel giorno della scomparsa del banchiere. "Ci lascia un amico, un grande amico", ha scritto Alonso nel suo tweet, ricordando che mercoledì, "durante una cena con don Emilio, progettavamo un altro giro in bici a Singapore".
Il consiglio di amministrazione del gruppo, riunitosi nel pomeriggio, ha designato all'unanimità sua figlia Ana Patricia Botin, di 53 anni - la primogenita dei sei figli avuti da Emilio Botin con la moglie Paloma O'Shea - alla sua successione alla presidenza. Consigliera delegata del gruppo dal 1989, Ana Patricia Botin era fino ad ora la consigliera delegata del Santander nel Regno Unito, dove ha guidato la trasformazione del gruppo bancario in una banca commerciale globale, dopo l'integrazione dei tre enti ipotecari Abbey Nationa, Alliance &Leicester e Bradford & Bingley. Anche l'erede al timone dell'impero è stata l'unica personalità spagnola nella lista delle 50 persone più influenti del mondo, stilata da Bloomberg.