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La manovra di Padoan, tassa le banche, sconto agli incapienti

Aumento prelievo su quote Bankitalia; stangata manager e politica

Più tasse sulle banche e sulle rendite finanziarie. Meno tasse per cittadini e imprese. E anche per gli incapienti. Chi cioè guadagna talmente poco da essere esente dall'Irpef. La 'manovra' targata Pier Carlo Padoan prende forma e il ministro dell'economia, dopo il Cdm che ha varato il Def, rivendica: i conti pubblici sono ''a posto''. E questo servirà anche a cambiare le regole europee, a partire dal semestre a guida italiana, per creare più crescita e più lavoro.

Il premier Renzi divide la scena solo con Padoan. Gli da più volte la parola chiamandolo Pier Carlo. E si capisce che , dopo giorni al lavoro sul nuovo Def, e' il vero e proprio debutto del ministro dell'Economia a cui spettano questa volta spettano i riflettori principali.

''Pier Carlo'' illustra a grandi linee il percorso delineato dal documento di economia e finanza confermando tutti gli impegni presi. Soprattutto sul fronte delle riforme (perchè anche le riforme istituzionali hanno un chiaro effetto economico) e dal taglio fiscale che si conferma sia per i contribuenti, sia per le imprese. E se per queste ultime la copertura è già da tempo individuata con l'aumento della tassazione sulle rendite dal 20 al 26% una nuova copertura arriva a sorpresa annunciata da Matteo Renzi in Cdm: l'aumento delle imposte che le banche pagano sulle loro quote (rivalutate) della Banca d'Italia.

Attualmente (con l'aliquota al 12%) l'incasso per il quale le banche dovrebbero mettere mano al portafoglio sarebbe di 1,2 miliardi. Si arriverebbe circa al doppio sia di aliquota sia di incasso. Serviranno ad integrare le coperture che - spiega il Premier - saranno pari a 6,7 miliardi: 4,5 miliardi dalla spending review, 1,2 dalle quote bankitalia, 1,0 dai maggiori incassi Iva che derivano dal pagamento dei debiti Pa.

Anche sul fronte dei ''beneficiati'' ci sono novità. Rimane lo sconto Irpef per chi ha meno di 25.000 euro, gli 80 euro mensili che ''equivalgono ad una tredicesima'' dice Renzi. Ma non saranno abbandonati anche i più poveri, quelli che non pagano Irpef, i cosiddetti incapienti. Per loro è stata individuata una soluzione (probabilmente un bonus) Per scoprire tutto bisognerà attendere ancora 10 giorni. Il 'percorso' messo a punto da Padoan è delineato e si concretizzerà (per la parte fiscale) il prossimo 18 aprile quando il Cdm varerà un decreto ad hoc. E arriva anche il taglio ai manager pubblici. Con un tetto vicino a quanto percepisce il Presidente della Repubblica. La sua esperienza internazionale spinge Padoan alla prudenza che si vede poi nelle proiezioni sull'andamento delle macro cifre. Innanzitutto il Pil che crescerà dello 0,8%, meno dell'1,1% previsto nella nota di aggiornamento del precedente governo. Insomma una stima ''ragionevole'' - dice Padoan - accompagnata da un percorso di aggiustamento della finanza pubblica che prevede un deficit al 2,6%.

Comunque ''la nostra finanza pubblica è a posto''. Quindi per ridurre il debito basterebbe avere un livello soddisfacente di ''crescita nominale'', ovvero un'inflazione vicina al 2% e un Pil in aumento di circa l'1%. Questo farebbe ridurre il debito in modo automatico. Ma i dati del Def fanno vedere un rallentamento nel calo del Debito che quest'anno salira' ancora al 134,9% del Pil un record assoluto e che scenderà a quota 120% solo nel 2018, con un anno di ritardo.

L'Italia rispetta le regole, dice Padoan. E - aggiunge Renzi - essendo un paese ''forte'' potrà chiedere all'Europa di cambiare passo. Anche perchè - spiega il ministro - l'Italia ha avuto un picco di debito proprio per rispettare le regole europee e dar corso agli impegni presi: ''il debito è andato su perchè l'Italia ha contribuito ai fondi salva Stati; abbiamo fatto alcune operazioni che sono state suggerite dalla Ue come il rimborso del debito della P.a. E la terza ragione, forse la più rilevante e con la quale il governo ha poco a che fare è l'andamento poco soddisfacente della crescita nominale''. Dunque a questo si punterà: conti a posto, più crescita e più lavoro.

Intanto ''le privatizzazioni continueranno. la discesa del debito-Pil inizierà a vedersi presto e accelererà via via che la crescita prenderà forza. Sostenere la crescita è il modo migliore per abbattere il debito. Enav e Poste sono in fase avanzata. Continueremo su questa strada''.

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