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Anna Bonaiuto, con Placido è duello uomo-donna

Al cinema con Ozpetek, dal 5 gennaio in scena in Piccoli crimini coniugali

"Sì, sono recidiva. Sposo Placido per la terza volta. Anche se qui, non è che vada molto bene...". Ride Anna Bonaiuto al telefono con l'ANSA. Proprio mentre al cinema è la stravagante zia di Giovanna Mezzogiorno nella 'Napoli velata' di Ferzan Ozpetek, è alle prove generali di 'Piccoli crimini coniugali', commedia noir di Éric-Emmanuel Schmitt, già portata al cinema da Sergio Castellitto e Margherita Buy proprio un anno fa, con cui debutterà il 5 gennaio al Teatro Masini di Faenza (Ra) insieme a Michele Placido, che firma anche adattamento e regia (in tournée anche a Brindisi, Lecce, Pavia, Catania, Messina, Reggio Calabria, Bologna, Perugia, Savona, Carpi).

Soli in scena, saranno marito e moglie per la terza volta, come già nel film di Giuseppe Ferrara 'Giovanni Falcone' e nella miniserie tv 'Il sequestro Soffiantini'. "E' stato Michele a propormi il testo", racconta la Bonaiuto, che dello scrittore belga ha già interpretato 'La divina Sarah', testo sulla Bernhardt e "sulla passione per il teatro", che riprenderà ad aprile, a partire dal Teatro Vittoria di Roma. "Schmitt - spiega - è un autore più dalla parte delle donne, come entità umana intendo. L'uomo nei suoi lavori è raccontato come un razionale, bugiardo, incapace di vedersi e quindi cambiare".

'Piccoli crimini coniugali' porta il confronto sul terreno forse più scivoloso: il matrimonio. Protagonisti sono Gilles e Lisa, insieme da quindici anni in un apparentemente tranquillo menage familiare. Lui, scrittore di gialli, in realtà non è un grande fautore della vita a due, convinto che si tratti di un'associazione a delinquere finalizzata alla distruzione del compagno. Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito, magari sedotto da una donna più giovane. Fino a quando, in un piccolo incidente domestico, Gilles perde la memoria. Inizia così un sottile gioco al massacro, in cui i due avranno un bel da fare per cancellare l'immagine di sé che ciascuno ha dell'altro, tra rivelazioni sorprendenti, scoperte sospettate ma sempre taciute, rancori, gelosie, fraintendimenti mai chiariti, ma anche una grande attrazione fisica che li tiene avvinti. "Lisa incarna quel 'miscuglio' che a volte sono le donne - prosegue la Bonaiuto - E' innamorata e quindi fragile, con una disperazione dentro che non riesce a comunicare. Nel testo c'è Tolstoj, Pasolini. Si sa che la catastrofe dovrà scoppiare da un momento all'altro. E a provocarla è naturalmente la donna, come nella vita. Lisa lo fa alla sua maniera, un po' maldestra, magari inconsapevole, senza ragionarci troppo. Ma in fondo, pensa, meglio un uragano che la bonaccia delle abitudini".

In una serie di "colpi di scena dell'anima", anche un'opportunità impagabile: riscriversi nella memoria dell'altro. "Ma perché funzioni bisogna essere in due - avverte la Bonaiuto - A volte è difficile guardarsi dentro. Si pecca di rimozione: un gioco pericoloso, prima o poi porta alla pazzia". Alla vigilia di due mesi di tournée a tu per tu con un 'leone' della scena come Placido, uomini e donne sono diversi anche in palcoscenico? "Se le donne tirano fuori gli artigli sono molto più leonesse degli uomini - sorride l'attrice - Non amo la competizione, che è più tipicamente maschile. Il teatro, poi, è il luogo della democrazia, dove tutti valgono allo stesso modo. Ma la 'lotta' in scena, nel senso buono, quella per dare il meglio di sé al pubblico, quella sì che mi piace".

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