(di Giorgiana Cristalli)
DANILO CIOTTI, 'UNO STRANIERO TRA LE
STELLE' (Ed.Pendragon, 186 pagine, 18 euro)
'Uno straniero tra le stelle' (Ed.Pendragon, 186 pagine, 18
euro) è il lungo racconto autobiografico, solo in parte
romanzato, di Danilo Ciotti, protagonista della musica leggera,
compositore di successi, manager e ufficio stampa di molte
celebrità. è il romanzo di una vita tra musica, dischi, radio,
cantanti e festival. Tanti amici, da Vincenzo Mollica a Bobby
Solo, omaggiano la penna di Ciotti, che ha lavorato per molte
case discografiche. da Polygram a EMI, da Durium alla mitica
RCA.
"La mia passione per la musica mi ha portato a tentare la
strada del canto e da uno dei provini in RCA nacque invece
l'inizio della mia professione di discografico, nonché di autore
di canzoni come paroliere", racconta Ciotti. "Il mio primo testo
- ricorda - fu una versione in italiano di un brano di Stevie
Wonder che lui cantò e fu un 45 giri di successo, 'Dove vai'.
Anche il mio 'Sono tremendo' di Rocky Roberts fece storia.
Scrissi il testo dell''Apemaia' e superammo il milione e mezzo
di copie. Con il 'Casatschock', scritto quasi per scherzo,
lanciammo una allora sconosciuta Dori Ghezzi. Mi dedicai a una
elaborazione dell''Ave Maria' di Schubert, con un testo e un
arrangiamento che si rifaceva alla celebre 'Stand by me'.
Piacque a Johnny Halliday che la presentò come ospite a Sanremo.
Quando apparve nei sottotitoli 'Ciotti-Schubert', non potete
immaginare i commenti degli amici della Sala stampa", sorride.
Per Bobby Solo scrisse i testi di 'Gelosia', 'Non posso
perderti', 'Tu stai' e altri brani presentati a Sanremo. Scrisse
per Little Tony, Wess, Mino Reitano, Loretta Goggi. "Come
discografico - racconta Ciotti - convinsi Vittorio Salvetti a
fare esibire alla finale del Festivalbar all'Arena di Verona uno
sconosciuto con un brano in napoletano. Era Pino Daniele con 'Ca
calore'. Poi furono Arbore e Boncompagni a consacrarlo con 'Na
tazzulella 'e cafè'. Anche per Zucchero mi dedicai ad una
ostinata promozione e convinsi Ravera a farlo partecipare a
Sanremo. Per uno sconosciuto al grande pubblico, era Franco
Battiato, organizzai uno spettacolo a sorpresa per 'L'era del
cinghiale bianco'. "Per lanciare 'Miserere' di Zucchero -
racconta ancora Ciotti - convinsi tutti, Pavarotti compreso, a
partecipare al video in cui eravamo vestiti con il saio da
frati. Organizzai una cosa analoga per la stampa in un convento.
Tutti in saio e cena con menù da convento". Il racconto arriva
fino ai tre giovani tenori de Il Volo.
C'è un po' di amarezza per l'ingratitudine di qualche
artista. "Non ho più avuto contatti con molti, se non in
incontri casuali e saluti di convenienza. A volte penso come mai
non venga mai a questi personaggi il pensiero o il desiderio di
un contatto per ricordare o ripercorrere quella lunga e faticosa
strada fatta insieme. Molti la chiamano riconoscenza e ne
soffrono nel non riceverne. Io ho deciso che nulla mi è dovuto.
È stato ed è ancora il mio mestiere e per farlo sono stato
appagato intimamente dal riflesso di quei successi e di quelle
stelle che anch'io ho acceso. Si - conclude - sono stato sempre
'uno straniero tra le stelle'".
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