Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Cronaca
  1. ANSA.it
  2. Cronaca
  3. Geo Barents, migranti detenuti in Libia 'ci lanciavano cibo'

Geo Barents, migranti detenuti in Libia 'ci lanciavano cibo'

Il racconto di tre ventenni

(ANSA) - BARI, 19 MAG - Tra le 26 persone soccorse in mare dalla nave Geo Barents giunta questa mattina al porto di Brindisi ci sono anche Omar, Ali e Fikru, tre ventenni che hanno raccontato al team di Medici senza frontiere la loro detenzione in Libia: "Non c'erano finestre, il nostro respiro creava vapore che ci gocciolava addosso. Era pieno di batteri e germi. Era così buio. Non sapevamo se fosse mattina o notte. L'unica luce che vedevamo - hanno riferito - era quando aprivano la porta per gettarci il cibo dentro, ma poi la richiudevano. Il momento più bello è stato quando hanno aperto quella porta e finalmente abbiamo potuto sentire un odore diverso da quello di marcio del posto in cui eravamo".
    Ali ricorda la traversata in mare. "Eravamo sulla barca da cinque ore - racconta - quando si è rotto il motore. I bambini piangevano, eravamo molto preoccupati per la famiglia che era con noi. Speravamo che qualcuno ci aiutasse. Quando abbiamo chiamato Alarm Phone ci hanno detto che presto avremmo avuto assistenza. Quando abbiamo visto la Geo Barents arrivare, abbiamo temuto che fosse la Guardia Costiera libica perché non riuscivamo a distinguerla in lontananza. Ma abbiamo sperato che chiunque fosse ci salvasse". "Avevamo perso la speranza - sottolinea - finché non abbiamo visto le barche veloci avvicinarsi. Era impossibile che la Guardia Costiera libica avesse quelle imbarcazioni. Quando abbiamo visto Msf, ci siamo sentiti di nuovo vivi".
    Fikru ora spera che la sua vita sia migliore. "Mio padre è molto malato - afferma - e non può lavorare. Voglio essere in grado di garantire a lui e a mio fratello minore una vita dignitosa". (ANSA).
   

        RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

        Video ANSA



        Modifica consenso Cookie