Accertata la morte per impatto con l'auto e nessuna ferita da arma da fuoco. È quanto emerso dall'autopsia di Alessandro Parini, l'avvocato romano di 35 anni ucciso il 7 aprile scorso a Tel Aviv in un attentato, svolta al policlinico Gemelli. Sulla vicenda la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine. Anche l'autopsia svolta all'Istituto di medicina legale Abu Kabir di Giaffa non ha riscontrato alcun colpo d'arma da fuoco sul corpo del giovane.
I funerali saranno celebrati giovedì 13 aprile. "Avevamo previsto di fare le cose con un po' di calma ma si vede che ci sono stati intoppi burocratici che hanno portato a ritardare l'arrivo del feretro". Lo dice Padre Nicola, parroco della Basilica dei Santi Pietro e Paolo, fuori dalla chiesa dove domani saranno celebrati i funerali di Parini e dove mercoleì 12 era prevista la camera ardente. "Lo conoscevo da un paio d'anni. Alessandro era un ragazzo come tanti altri. Un bravo ragazzo. Molto preparato. Ha studiato al Massimo, dai padri gesuiti, e ha raggiunto grandi obiettivi lavorativi - ricorda il parroco. - Ha ricevuto dei premio come giovane avvocato e aveva già intrapreso la carriera nella Corte di Cassazione. Era un giovane, affermato, serio e posato. Frequentava qui la chiesa quando era ragazzo". "La famiglia ovviamente è molto provata e ha chiesto una certa riservatezza. Stargli vicino ora è l'unica cosa", ha aggiunto Padre Nicola, confermando che domani co-celebrerà la funzione "assieme a Padre Nebola, professore di Alessandro al Massimo". Quanto a cio che è avvenuto in Israele "non tocca fare a noi le analisi. Le guerre - ha osservato - ci sono sempre state. La Palestina è certamente una terra molto calda per tante situazioni. Ma oggi possiamo solo piangere. Il dolore c'è".
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