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Il Tar, l'ayahuasca è una droga, stop all'uso nei riti religiosi

Ha effetti allucinogeni. Per adepti Santo Daime è veicolo divino

(ANSA) - ROMA, 08 APR - L'ayahuasca è una droga e quindi non può essere utilizzata in cerimonie e riti religiosi. È quanto stabilisce il Tar del Lazio confermando la legittimità del decreto con cui il ministero della Salute nel febbraio dell'anno scorso l'ha inserita nella lista delle sostanze stupefacenti o psicotrope. La decisione è contenuta in due sentenze con le quali il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi proposti dalla Chiesa italiana del culto eclettico della fluente luce universale - Iceflu Italia e dall'associazione Natura maestra che utilizzano nei loro riti il decotto con effetti allucinogeni fatto con diverse piante amazzoniche.
    Nel primo caso è un'associazione di carattere religioso e filantropico che professa la fede e la carità cristiana basata sulla dottrina del Santo Daime e che considera la bevanda sacramentale Santo Daime, a base di ayahuasca, un veicolo divino. Nel secondo caso, di un' associazione culturale nata nel 2015 per volontà di alcune persone che, avendo vissuto in Brasile alcune esperienze assumendo Daime, la bevanda a base di ayahuasca, in un cerimoniale, hanno sentito l'esigenza di condividere l'esperienza.
    Il Tar premette che l'ayahuasca non è tra le sostanze internazionalmente proibite dalla convenzione sulle sostanze psicotrope del 1971. Tuttavia "appare evidente", si legge in una delle sentenze, che tali tabelle "debbano essere aggiornate" con le "nuove acquisizioni scientifiche".
    I giudici osservano che il decreto è stato emesso previa acquisizione dei pareri dell' Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità "che hanno evidenziato la natura allucinogena e di sostanze psicoattive dell'ayahuasca e dell'armina e armalina".
    Quanto alla possibilità di riconoscere una deroga al divieto di uso, il Tar ha rilevato che "quando il legislatore ha voluto introdurre delle deroghe in tal senso, lo ha fatto in maniera chiara ed esplicita e, peraltro, sempre in un contesto di utilizzo delle sostanze che potremmo definire protetto e controllato". (ANSA).
   

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