(ANSA) - BRESCIA, 06 MAR - "Se vado in Pakistan mi fanno
fuori. Se riescono a fare fuori la figlia figurati cosa possono
fare a me. Hanno potere in patria. Ho paura per la mia vita dopo
quello che ho detto". Sono queste le parole pronunciate da un
amico della vittima davanti alla corte d'assise di Brescia
durante il processo per l'omicidio di Sara Cheema, la 24enne con
passaporto italiano che, secondo la Procura bresciana, è stata
uccisa nel 2018 in patria dal padre e dal fratello per aver
rinunciato alle nozze combinate.
Il testimone ha riferito che Sana sapeva di dover andare in
Pakistan per sposarsi ma che era sicura che se non avesse
trovato la persona giusta sarebbe tornata a vivere a Brescia.
"Chiedo di non mettere le mie foto sul giornale e di non fare il
mio nome perché ho paura di essere ucciso quando vado in
Pakistan" ha detto l'amico della ragazza. Anche in questa
udienza non erano presenti gli imputati che in Pakistan sono
stati assolti per mancanza di prove. (ANSA).