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Zaia: 'Confermo quello che ho detto'

Il governatore veneto interviene sulle intercettazioni rese pubbliche dalla trasmissione Report sullo scontro con Crisanti per la gestione dell'emergenza Covid in Veneto

Il governatore veneto Luca Zaia rompe il silenzio dopo la trasmissione Report di martedì sera che ha diffuso le trascrizioni di alcune intercettazioni dello stesso governatore mentre parla al telefono con il direttore di Azienda Zero, Roberto Toniolo. Zaia discute della posizione del virologo Andrea Crisanti, ora senatore del Pd, con il quale da anni è in corso un duro scontro. Proprio il virologo si è dimesso ieri dall'univesità di Padova dopo la diffusione delle intercettazioni, attaccando Zaia. 

Zaia: "Sono responsabile di quello che dico, e lo confermo"
"Ho scoperto ci sono quattro telefonate mie, io non ero intercettato, mi hanno detto che non potevano essere pubblicate, ma non importa, sono responsabile di quello che dico, e lo confermo. ma la roba straordinaria è che io parlo in veneto e sono tutte in italiano". Lo ha rivelato stasera Luca Zaia, a proposito delle intercettazioni diffuse da Report, intervenendo a un incontro a Cortina D'Ampezzo. "Non è una battuta - ha aggiunto - perché toni e modalità sono diverse. Al di là delle battute dico al mio dirigente che è un po' che va avanti questa solfa che abbiamo denunciato Crisanti. Non è vero".. Ricordando quindi la polemica e le prese di posizione accademiche contro una presunta censura della ricerca accademica, Zaia ha sottolineato: "Scopro che i miei, senza confrontarsi, fanno due righe e dicono al Senato accademico 'non è vero niente', e la polemica sparisce. Mi son preso settimane di polemiche, insulti, ti fermano da tutte le parti... noi non abbiamo denunciato nessuno, non abbiamo fatto neanche esposti, non sto giocando con le parole. Semplicemente dal primo giorno del Covid, 21 febbraio 2020, da un lato abbiamo cercato di 'cristallizzare' la storia di una vicenda che non sapevamo che decorso avrebbe avuto, e soprattutto che esiti avrebbe avuto. Io ho detto subito ai miei 'notificate alle Procure con cadenza regolare la storia di quello che stiamo facendo', perché è tutta una prova sul campo. Noi avevamo avevano le mani nude. Io penso che abbiamo mandato bancali di carte in Procura. Tutto quello che veniva fuori, che so, una contestazione, i miei tecnici provvedevano a prendere le dichiarazioni, argomentare scientificamente e mandare alla Procura". Riguardo all'intercettazione con il direttore di Azienda Zero Roberto Toniolo, Zaia ha precisato che "stavo parlando non con un sicario ma col direttore generale, il quale dipende da me, e gli chiedo perché mandare una lettera nel momento in cui andiamo al 'vedo', perché mi han dato del bugiardo per settimane. Io - ha notato in conclusione - resto lì a far la figura del bugiardo per settimane".

Zaia: Crisanti resta valido professionista, mai negato nulla 
Al professor Crisanti "non sono mai state negate le risposte, gli investimenti, e tantomeno, ad oggi, anche se non che fine abbia fatto il comitato scientifico per il Covid, nessuno ha mai sostituito il professor Crisanti". Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia, intervenendo a Cortina ad un incontro della rassegna "Una Montagna di libri". "Resta un valido professionista - ha aggiunto Zaia riferendosi al microbiologo - Non ho nulla da dire, mi spiace. Ma, mettevi nei miei panni: era l'agosto 2020, io ero in vacanza, mi chiama un giornalista che mi dice: 'il professore ha distribuito tutte le copie dei whatsapp che gli hai mandato'.... Queste erano le mie giornate.".  "Parlo con dolore di questa vicenda - ha aggiunto Zaia -, ho tentato fino in fondo di fare squadra, dopodiché la situazione è stata di continue affermazioni pubbliche, dove mi sono trovato con dirigenti attaccati, tutti i primari di microbiologia che si sono trovati attaccati. Io ho dovuto anche fare una scelta. Queste sono le mie giornate, e andranno avanti all'infinito", ha concluso.

Zaia: "Su Crisanti mai detto nulla, ho tentato di fare squadra. Mai conosciuto prima del Covid, abbiamo finanziato tamponi Vo'"
Sul rapporto con il prof. Andrea Crisanti "se fate ricerche di mie dichiarazioni non ne trovate in due anni e mezzo, avrete tentato in tutte le maniere, ma non ho mai dichiarato nulla". Lo ha sottolineato Luca Zaia, intervenendo stasera a un incontro a Cortina D'Ampezzo. "Devo dire - ha proseguito Zaia - che io ho sempre creduto al lavoro di squadra e l'ho sempre portato avanti. In team abbiamo altri accademici, potrei fare una lista infinita di accademici che sono tutti nel Comitato tecnico scientifico regionale Covid assieme al professor Crisanti". Sul rapporto con il microbiologo, Zaia ha detto che "l'ho conosciuto dopo il 21 febbraio 2020. Accade il primo decesso, purtroppo, il signor Trevisan di Vo'. Io, quella sera, da solo, decido di chiudere Vo', di fare 3.500 tamponi. Sta diventando una leggenda metropolitana. Questo professore, che io non conoscevo e non avevo mai sentito e mai visto, mi chiama, e secondo me con un'intuizione mi dice che ho fatto una roba che non esiste nel mondo scientifico. 'Lei, mi dice, ha tamponato 3.500 abitanti, li ha chiusi, e quindi ha creato un'enclave dove noi possiamo studiare il virus. Mi finanzia, credo fossero 300.000 euro, il giro dei tamponi alla fine della quarantena, e vediamo cosa è accaduto'. Alla fine abbiamo visto che 83 positivi erano diventati negativi, abbiamo visto che c'era la negativizzazione. Poi tutta una serie di altre riflessioni che competono al professore e al mondo accademico. Ma i tamponi li ho fatti io, lo dico non per narcisismo ma perché il tavolo dei tecnici mi aveva detto che non si poteva fare perché era contro le linee guida dell'Oms", ha concluso.

 

Crisanti: "Ecco la vera faccia del potere"
"E' una cosa che lascia senza parole. Vedere la vera faccia del potere e come viene esercitato fa orrore". Lo dice oggi all'ANSA iil professor Andrea Crisanti, attuale senatore del Pd, dopo aver visto la trasmissione Report andata in onda ieri sera su Rai Tre sulla gestione del'emergenza Covid in Veneto e sulle intercettazioni dell'inchiesta avviata dalla Procura di Padova. "Penso che dovrebbe fare orrore a tutti i veneti - aggiunge - e forse non solo a loro". A colpire Crisanti le frasi che sarebbero contenute nelle intercettazioni, "all'intenzione di far male. Questo è il vero problema".    

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