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Ancora un femminicidio, soffoca la moglie e la uccide

Fermato operaio. Confessa al datore di lavoro che chiama i carabinieri

 Uccide la moglie e lo racconta al suo datore di lavoro. Quest'ultimo avvisa i carabinieri e stamani nei confronti dell'uomo, un marocchino di 49 anni, viene emesso un provvedimento di fermo. L'ennesimo femminicidio si è consumato questa volta in un piccolo comune calabrese, Motta Santa Lucia, in provincia di Catanzaro. Negli ultimi tempi marito e moglie, coetanei, stavano attraversando un periodo di crisi caratterizzato da frequenti litigi.

Sabato sera la lite tra i coniugi marocchini è stata più accesa delle precedenti, al culmine della quale l'uomo ha soffocato la moglie in camera da letto. L'omicida, un operaio, ha avvisato il proprio datore di lavoro, un italiano titolare di un'impresa edile del luogo, che ha subito allertato i carabinieri. Stamani i militari del Nucleo Operativo della compagnia di Soveria Mannelli, insieme al personale della stazione di Conflenti e del Nucleo Investigativo del gruppo di Lamezia Terme, hanno notificato all'operaio il provvedimento di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme per omicidio volontario aggravato.

Per i rilievi tecnici sono stati attivati gli specialisti della Sezione rilievi del Reparto Operativo di Catanzaro e il medico legale per i preliminari accertamenti su luogo del delitto, alla presenza del pubblico ministero di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia che ha assunto la direzione delle indagini e, dopo gli esiti dell'interrogatorio dell'indagato, ha emesso il decreto di fermo di indiziato di delitto a carico del 49enne. Un triste fenomeno quello dei femminicidi che ha contraddistinto l'anno appena concluso. Nel 2021, infatti, le donne vittime di femminicidio sono state 118 (erano 110 del 2019), delle quali 70 uccise dal partner o dall'ex compagno (nel 2019 erano 67), secondo i dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Una tale emergenza che ha spinto tutte le ministre del Governo Draghi a coalizzarsi e a far approvare un ddl in Consiglio dei ministri che mette in campo una serie di misure per proteggere le vittime.

Si va dal fermo immediato di stalker e violenti in caso di imminente pericolo per la donna e all'aumento delle pene per chi è già stato ammonito per violenza domestica. Viene potenziato l'uso dei braccialetti elettronici (e chi li manomette finisce in carcere), c'è un giro di vite sulla sospensione della pena e si potranno applicare ai violenti le misure di prevenzione previste per i mafiosi. "Approviamo subito la legge, per garantire sicurezza alle donne che hanno denunciato" ha chiesto ieri la ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia Elena Bonetti, dopo che una donna a Roma si è salvata grazie ad un dispositivo anti-stalker. E' proprio di ieri un altro femminicidio, avvenuto a Latina, dove Antonio Salvatore Zappalà, di 44 anni, ha picchiato la suocera Nadia Berganini di 70 anni, fino a farla cadere in terra esanime. La donna è morta in ospedale, dove era stata sottoposta a un delicato intervento.
   

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