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Ristoranti, cinema e palestre. Varate le linee guida delle Regioni

Dalla Conferenza delle Regioni riapertura di alcune attività "in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei protocolli di prevenzione"

Due metri di distanza all'interno di palestre, cinema, teatri e nei ristoranti, dove sarebbe vietata la consumazione al banco dopo le 14. Le Regioni propongono le regole per far ripartire il Paese, anche nelle zone rosse. E ora le linee guida per la riapertura delle attività, lanciate dai governatori, andranno al vaglio del Comitato Tecnico Scientifico e infine dell'Esecutivo. Ma già nelle prossime ore, nel corso della cabina di regia del Governo, si discuteranno i dati settimanali del contagio in vista dell'adozione delle nuove misure a maggio e della scadenza del decreto del 30 aprile.

Intanto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, alle ore 15.00 terrà una conferenza stampa presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio.

Come Conferenza delle Regioni "consapevolmente e volutamente non abbiamo messo date" nelle linee guida per le riaperture, "non cerchiamo lo scontro". La nostra proposta è "costruttiva" poi "il Governo farà le dovute scelte", ha detto in mattinata il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a Radio Anch'io su Rai Radiouno. "Ma nella lettera di accompagnamento - ha aggiunto - abbiamo chiesto di favorire in via sperimentale le attività che si possono svolgere all'aperto", ciò "potrebbe permettere un anticipo di date e la prudenza necessaria in questo momento". Sulla mobilità tra Regioni, "nel processo di graduale riapertura, ovviamente dovremmo andare in quella direzione", ha detto ancora Fedriga. Parlando poi della campagna di vaccinazione nelle Regioni e di casi di persone renitenti, Fedriga ha osservato che "non possiamo colpevolizzare la Regione dicendo che non sta vaccinando, perché se la gente non vuole vaccinarsi è difficile costringerla a meno che il Governo non decida di fare una legge sull'obbligatorietà". Occorre, ha aggiunto, "fare una campagna vaccinale importante e spingerla di più a livello nazionale, ma se una Regione vaccina tutti coloro che lo chiedono non possiamo penalizzarla, perché non si possono inseguire le persone per strada per inoculare il vaccino". Le linee guida per le riaperture proposte dalla Conferenza delle Regioni "sono un po' più stringenti", rispetto a quelle dell'anno scorso, "in alcuni passaggi, soprattutto in considerazione della variante inglese", ha precisato il presidente del Friuli Venezia Giulia. Quelle proposte, ha ribadito, "sono le linee guida per quando il Governo deciderà di riaprire le diverse attività, ma la lettera di accompagnamento è la parte fondamentale: suggeriamo anche un passaggio transitorio, perché sono convinto, come ha detto il Presidente del Consiglio Mario Draghi, che serva gradualità" e questa gradualità "può partire dalle attività all'aperto". 

Scuole superiori in presenza al 100% a maggio in zona gialla e arancione, parallelamente alla riapertura di altre attività nel Paese. E' questa l'ipotesi del Governo, in vista del prossimo decreto. Già attivati i tavoli prefettizi nelle varie città che stanno lavorando per organizzare il Trasporto pubblico locale nei vari territori.

Aldilà delle zone, il tema al centro del dibattito riguarda le misure di carattere nazionale. A chiederne un calendario sono tutte le forze politiche, che però hanno diversi pareri sulle modalità di intervento. Per la Lega "se i dati sono da zona gialla in alcune Regioni" bisognerebbe "allentare un po' le restrizioni". E anche se Draghi non ha escluso che qualche apertura venga anticipata già entro la fine del mese (l'ipotesi è il 26 aprile), i più rigoristi frenano.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, annuncia però un percorso: "Dobbiamo ascoltare il grido d'allarme dei medici che non possono essere lasciati solo in trincea - dice alla Camera - . Bisogna essere tempestivi nelle chiusure quando serve e abbiamo il dovere di costruire una road map per l'allentamento delle misure sempre approvate all'unanimità dal Cdm". Per il ministro "ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo" e "per raccogliere i primi concreti risultati del lavoro che svolgiamo da mesi grazie alle vaccinazioni". Anche per il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, "ci sono condizioni per pianificare una serie di riaperture. Dobbiamo pensare a un piano con date certe e scadenze, per dare modo di organizzarsi alle attività che hanno bisogno di più tempo per farlo, come nel caso del turismo. Ad esempio, agli albergatori dobbiamo dire già oggi che magari da giugno possono mettere in moto la macchina". Parole che sono una sponda per il presidente della Conferenza delle Regioni: "è fondamentale che le istituzioni si muovano di pari passo con i cittadini, superando gradualmente la fase dei divieti e introducendo una nuova stagione di riaperture accompagnate da regole per evitare nuove impennate nella curva dei contagi", dice Massimiliano Fedriga.

Le regole entro le quali sarà possibile procedere agli allentamenti non sono ancora certe. Su questo è al lavoro il Comitato Tecnico Scientifico, ora alle prese con le linee guida delle Regioni. Tra le proposte avanzate nel documento, però, sembra difficile che possa essere accolta la possibilità di applicare misure analoghe da estendere anche alla zona rossa, oltre a quella di permettere l'utilizzo di docce e spogliatoi in palestre e piscine. Secondo il protocollo dei governatori, le misure previste per l'intero settore della ristorazione "possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo che della cena". Negli esercizi di ristorazione che prevedono posti a sedere non si consuma al banco dopo le 14. Anche il gioco con le carte o con altri materiali di cui non è possibile garantire una "puntuale e accurata disinfezione", dicono le Regioni, sono consentite "purché siano rigorosamente rispettate" una serie di indicazioni, come l'uso della mascherina, igienizzazione delle mani e delle superfici di gioco, rispetto della distanza di un metro sia tra i giocatori allo stesso tavolo sia tra tavoli vicini. L'essere vaccinati non fa cadere l'obbligo di utilizzare la mascherina in bar, ristoranti, cinema e teatri.

Nei locali al chiuso vanno rispettati i due metri di distanza, all'aperto si riduce a un metro: in entrambi i casi va tenuta la mascherina quando non si è seduti. Nuove misure per le riaperture delle palestre, ma no allo sport da contatto fisico. Bisognerà inoltre regolamentare l'accesso agli attrezzi, delimitando le zone per garantire almeno un metro di distanza tra le persone che in quel momento non svolgono attività fisica e almeno due metri durante l'attività fisica.

Per cinema e spettacoli dal vivo, le misure si mantengono se integrate con tamponi all'ingresso, test negativi effettuati nelle ultime 48 ore e completamento della vaccinazione. Almeno un metro di distanza - frontale o laterale - tra spettatori se indossano la mascherina e almeno due metri di distanza qualora le disposizioni prevedano di non indossarla.
Si lavora anche alla revisione dei parametri del monitoraggio della cabina di regia sui profili di rischio, con diverse ipotesi: dalla soglia minima sul numero di tamponi da effettuare in ogni regione a dati più recenti per la valutazione dell'Rt, fino ad un tasso di copertura vaccinale di circa il 70% per le fasce a maggiore rischio - over 80 e fragili - da tenere in considerazione nelle varie regioni.

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