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Un anno di Dad, ecco come è andata secondo gli studenti

Il 9 marzo di un anno fa iniziava il lockdown nazionale, con il passaggio alla didattica a distanza per tutte le scuole

 Il 9 marzo di un anno fa cominciava il lockdown nazionale, con il passaggio alla didattica a distanza per tutte le scuole. Dopo dodici mesi, Skuola.net ha voluto focalizzare i punti di maggior attenzione legati alle lezioni online: cosa succede davvero nelle classi? E come seguire al meglio in questa sfida sia gli alunni più grandi sia i più piccoli? 

Il portale Skuola.net ha chiesto a tremila alunni delle scuole superiori di fare un bilancio della propria esperienza. Un racconto che mostra delle luci ma anche parecchie ombre.

Ecco com’è andata sui punti più critici 


1. La Dad si fa in pigiama
La scuola a distanza non è ancora percepita come una modalità di apprendimento vera e propria. Quasi 1 studente su 3 ammette che quando è a casa segue le lezioni rimanendo comodamente in pigiama, contravvenendo alle regole del galateo online nonché alle linee guida del Ministero.


2. Furbetti in Dad
Più di 6 su 10 confessano che, almeno una volta, hanno risposto presente all'appello del docente ma poi hanno spento microfono e telecamera per fare i propri comodi; per quasi 1 su 10, tra l'altro, questa è un'usanza frequente. A invogliarli un illusorio senso d'impunità: oltre 8 su 10 sono convinti che, quando lo hanno fatto, il docente di turno non si sia proprio accorto di nulla. E quasi nessuno ha avuto conseguenze disciplinari.

3. La scuola online per molti è 'a singhiozzo'
C'è poi la scarsa digitalizzazione di ampie fasce del nostro Paese. Sarebbe ingeneroso addossare tutte le responsabilità agli studenti e alle famiglie. Attualmente meno di 4 studenti su 10 dicono di avere un collegamento Internet veloce, stabile e senza limiti di traffico. Gli altri? Il 30% ha una connessione lenta, il 17% ha i giga limitati, il 12% ha problemi su entrambi i fronti.

4. Per fortuna tutti hanno un dispositivo
Parziale sospiro di sollievo, invece, per quel che riguarda i dispositivi: circa 9 ragazzi su 10 hanno un computer o un tablet personale (solo il 10% lo deve dividere con gli altri componenti della famiglia, appena il 3% non ne ha neanche uno in casa).

5. Le case hanno cambiato volto
Dove gli italiani se la sono cavata alla grande è sull'organizzazione degli spazi casalinghi. La didattica a distanza, nella maggior parte dei casi, oggi non sembra impattare così negativamente sulle dinamiche famigliari: il 68% dei ragazzi, infatti, segue le lezioni in una stanza (cameretta o studio) e un altro 18% ha uno spazio tutto suo seppur in un ambiente comune (soggiorno, cucina, ecc.). Solamente poco più di 1 su 10 deve adattarsi giorno per giorno, con il rischio di creare problemi allo smart working dei genitori, alla Dad di eventuali fratelli o semplicemente alla libertà di movimento degli altri componenti della famiglia.

Dad, come migliorare? I consigli per grandi e piccoli

In questi giorni milioni di bambini – di asili, elementari e prime medie - stanno tornando in Dad. Come si devono comportare i genitori di questi alunni?

Skuola.net lo ha chiesto a Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’associazione nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo). 

Ecco i consigli chiave

1. L’aula virtuale ha bisogno degli stessi ritmi di quella reale

La sera prima si deve preparare lo zaino con tutto ciò che serve per seguire la lezione, come si farebbe d’abitudine. Inoltre, si deve essere puntuali alle lezioni, presentandosi sulla piattaforma all’ora stabilita per l’inizio. Vietato, anche per i più piccoli, mostrarsi in pigiama o in tenuta da casa.

2. La telecamera va tenuta accesa, il microfono non sempre

Quando si è su una piattaforma vanno spenti i microfoni (se non si usano): l’audio di chi sta parlando - specie se è l’insegnante - sarà più chiaro. La telecamera, invece, va sempre tenuta accesa, affinché l’insegnante e i ragazzi possano vedersi e cogliere stimoli visivi da tutti.

 3. Trovare uno spazio a uso esclusivo del bambino

Quando ci sono le condizioni, meglio creare uno spazio privato per i ragazzi, dove possano seguire le lezioni come se fossero nello spazio-aula fisico. No, invece, ai collegamenti dalla cucina o dal divano; così come quelli in cui sono presenti anche i genitori.

4. Le attività da preferire durante la Dad

Sarebbe molto utile introdurre una didattica alla socialità, per insegnare ai ragazzi che lo spazio con gli altri ha delle regole, anche non scritte, diritti e doveri. Perché, ad esempio, non trovare uno spazio anche nelle aule virtuali dove si chiede “Come stai? Come ti senti?”, ascoltando la narrazione delle emozioni di tutti.

5. Dopo la lezione niente tecnologia

Finita la giornata scolastica è tempo di un sano detox dagli strumenti tecnologici, per almeno due ore. Quindi niente computer, telefono o tablet. Dopo essere stati seduti per ore durante le lezioni, si dovrebbe tornare ad avere un contatto con il proprio corpo, facendo attività fisica, anche giocando. Facendo così del bene anche all’umore.

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