Blitz della Polizia di Stato con 16 provvedimenti restrittivi della Squadra mobile di Venezia che ha azzerato un'organizzazione, al cui vertice ci sono noti esponenti fiancheggiatori della Mala del Brenta, responsabile di decine di assalti con kalashnikov a banche, centri commerciali, laboratori orafi del nordest d'Italia e della Toscana. All'operazione stanno partecipando 150 agenti della Polizia appartenenti ai vari uffici e commissariati della Questura di Venezia ed alle squadre mobili del Veneto, del Reparto prevenzione crimine del Veneto, artificieri, unità cinofile antiesplosivo ed un elicottero del Reparto volo di Milano. Una quarantina le perquisizioni in corso.
Le indagini della Mobile lagunare hanno permesso di accertare che il gruppo aveva la disponibilità sia di armi comuni da sparo che da guerra, tipo kalashnikov, con relativo munizionamento, di giubbotti antiproiettile, di auto rubate, lampeggianti, palette, materiale per il travisamento, tra cui maschere in lattice e luoghi ove occultare il tutto. Il sodalizio criminale era inoltre in possesso di sofisticate apparecchiature per effettuare la bonifica dei veicoli e dei luoghi dagli stessi utilizzati,per scoprire l'eventuale installazione di microspie per ambientali o sistemi di gps utilizzati da parte delle Forze dell'ordine. Il gruppo, anche per la presenza di esponenti di spicco della criminalità veneta legata alla Mafia del Brenta si era organizzato secondo gli schemi operativi delineati da Felice Maniero.
L'operazione della scorsa notte è scattata alle 3 e ha permesso l'arresto di 16 persone accusate a vario titolo di rapina aggravata, detenzione di armi da guerra e armi comuni da sparo, furto aggravato, ricettazione. L'indagine era iniziata nel novembre dello scorso quando a Marghera nei pressi di un ipermercato vennero fermati Michael Fumo e Michele Gelain trovati in possesso di una borsa contenente una pistola a salve, una maschera in lattice e di un'autovettura rubata. Mentre Fumo venne arrestato perché trovato con un chilo di hashish, Gelain venne denunciato ma si rese irreperibile. Proprio le sua ricerca ha permesso alla polizia di risalire a tutti i componenti di un gruppo criminale specializzato in rapine fornito di un autentico arsenale di armi comuni e da guerra, munizioni, giubbotti antiproiettile, auto rubate, lampeggianti, palette, materiale per il travisamento, tra cui maschere in lattice e luoghi dove nascondere il materiale. Il gruppo operava il tutto il Nordest e in Toscana con tecniche e materiali da professionisti limitando le telefonate e organizzando riunioni per pianificare ognuna delle decine di rapine messe a segno in supermercati.