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Discoteche aperte in Sardegna, la Procura apre inchiesta

Pm di Cagliari ipotizza reato di epidemia colposa

Il maxi-cluster in Costa Smeralda diventa un caso giudiziario. La Procura di Cagliari ha aperto un fascicolo sul via libera alle discoteche in Sardegna ad agosto, una scelta che avrebbe favorito la diffusione del Covid prima nell'Isola e poi in varie regioni italiane. I magistrati vogliono capire se la Regione abbia consentito ai locali della Costa Smeralda di non spegnere la musica nonostante fosse a conoscenza dei rischi. Si procede per epidemia colposa e al momento non ci sono indagati. La decisione della procuratrice Maria Alessandra Pelagatti, che ha affidato l'indagine all'aggiunto Paolo De Angelis - è lui a guidare il pool specializzato in colpe mediche composto dai sostituti Guido Pani, Daniele Caria e Diana Lecca - arriva all'indomani della messa in onda su Rai3 dell'inchiesta giornalistica di Report sul 'caso Sardegna'.

Nel servizio i consiglieri regionali di maggioranza Angelo Cocciu (Fi) e Giovanni Satta (Psd'Az) hanno affermato che la scelta del Governo regionale di prorogare l'apertura delle discoteche sin dopo Ferragosto, assicurando una boccata d'ossigeno ai gestori nel bel mezzo di una stagione turistica già gravemente compromessa, sia stata presa sulla base delle pressioni ricevute. D'altro canto, Dario Giagoni, capogruppo della Lega, non è stato in grado di confermare agli autori dell'inchiesta il contenuto del parere fornito dal Comitato tecnico scientifico a supporto di una decisione politica assunta, in sostanza, anteponendo gli interessi economici a quelli sanitari. Il 'giallo' di quel documento è ora all'attenzione dei magistrati. Le prossime mosse della Procura saranno quindi l'acquisizione del parere degli esperti e la convocazione a Palazzo di giustizia di tutte le persone informate dei fatti.
   

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