(ANSA) - NEW DELHI - Dopo sei anni le imprese
italiane tornano in India con una missione di sistema. E avviano
una nuova fase dei rapporti economici tra i due Paesi, dopo il
periodo di stand-by determinato dalla vicenda dei marò.
Alla missione imprenditoriale, promossa dai ministeri dello
Sviluppo economico e degli Affari esteri e organizzata da
Agenzia Ice, Confindustria, Abi, Unioncamere e Rete imprese
Italia, partecipano oltre 60 aziende, 6 tra associazioni
industriali e di categoria, 4 università e centri di ricerca, 8
banche, il gruppo Cdp. Quasi 900 gli incontri di business tra
imprese italiane e controparti indiane, nelle due tappe di New
Delhi e Mumbai.
Una iniziativa che rappresenta "non solo la prima missione
imprenditoriale italiana in India dal 2011, ma anche una nuova
partenza per rivitalizzare la cooperazione dopo un periodo di
rallentamento nelle relazioni bilaterali", ha affermato la
vicepresidente di Confindustria per l'Internazionalizzazione,
Licia Mattioli. "Un'importante opportunità per esplorare e
consolidare le relazioni di business", ha aggiunto sottolineando
"l'enorme potenziale di cooperazione tra i due sistemi
industriali" e indicando l'India come Paese "target per quelle
imprese italiane che guardano ai mercati internazionali".
L'India è una delle economie più dinamiche al mondo, che ha
registrato una forte crescita negli ultimi anni: per il 2017 si
stima un aumento del Pil pari al 7,2% (dopo +7,6% nel 2016). Un
mercato su cui puntare, anche per aumentare l'export dei
prodotti italiani. Riportare l'interscambio commerciale tra
Italia e India, nel 2016 già a quota 7,5 miliardi di euro, a 8,5
miliardi di euro entro il 2018 è, infatti, "l'ambizioso target"
indicato dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Ivan
Scalfarotto, alla guida della delegazione italiana. Rimarcando
allo stesso tempo "l'eccellenza", "l'immensa capacità" delle
imprese italiane, Scalfarotto ha quindi espresso l'auspicio di
"duraturi accordi commerciali" e di "nuove iniziative di
successo". Da parte delle banche, invece, è a disposizione un
miliardo di euro stanziati per finanziare le esportazioni e gli
investimenti delle imprese italiane, soprattutto medie e
piccole, in India: a indicare il plafond è stato il
vicepresidente dell'Abi per l'internazionalizzazione, Guido
Rosa. Dall'ultima missione del 2011 "ci sono stati sei anni di
assenza troppo lunga. Era tempo che tornassimo in India, ci sono
opportunità importanti per aziende e banche, che vanno
assolutamente sviluppate", ha aggiunto. L'India è "un Paese di
grande dimensione e prospettive", in cui "possiamo fare molto di
più: ci sono grandi opportunità da cogliere", ha sostenuto il
presidente dell'Agenzia Ice, Michele Scannavini, rimarcando che
i dati su export e investimenti diretti dell'Italia evidenziano
"un gap da recuperare" e che è possibile farlo. L'export
italiano in India nel 2016 si è attestato a 3,3 miliardi di
euro, "l'export potenziale" nel 2019, stima l'Ice, è di 4,7
miliardi di euro
Tuttavia non mancano "ancora ostacoli nelle procedure e
grandi barriere tariffarie che mettono il made in Italy fuori
mercato: abbiamo chiesto al governo indiano e stiamo lavorando
con loro per ridurre questi dazi, a livello europeo", ha detto
Mattioli. (ANSA).