(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 18 GIU - "Quest'anno,
probabilmente, il numero dei rifugiati stimato sarà il più alto
degli ultimi 50 anni: ormai 100 milioni nel mondo. Le guerre,
anche l'ultima in Ucraina con sei milioni e mezzo di rifugiati e
altrettanti profughi interni, i 34 conflitti in corso nel mondo,
i disastri ambientali, la fame, la tratta e lo sfruttamento
stanno costringendo sempre più persone e famiglie a lasciare la
propria terra per chiedere protezione e asilo altrove. Di fronte
a questo fenomeno epocale, la politica continua a fare passi
avanti, ma anche molti passi indietro". Lo dice mons. Gian Carlo
Perego, presidente della Fondazione Migrantes, alla vigilia
della Giornata mondiale del rifugiato che si celebrerà il 20
giugno.
"Se da un lato è apprezzabile la proposta europea che
finalmente impegna ogni Paese, seppur in forma diversa, diretta
o volontaria, alla solidarietà nei confronti di richiedenti
asilo e rifugiati, dall'altra - nota mons. Perego - non si può
non denunciare il ritorno alle deportazioni di ucraini in Russia
e di migranti, per lo più asiatici, dall'Inghilterra in Rwanda,
nonostante le condanne della Corte europea dei Diritti umani;
l'aumento del numero dei morti nel Mediterraneo, sebbene siano
diminuiti gli arrivi; la diversa attenzione prestata a
richiedenti asilo e rifugiati di diversi Paesi; i respingimenti
in mare e in terra senza identificazione e tutela; la crescita
di violenze nei campi profughi di Libia, Sud Sudan, Ciad.
L'auspicio è che la Giornata mondiale del rifugiato, che si
celebra il 20 giugno, accenda i riflettori sulla
imprescindibile esigibilità dei diritti dei richiedenti asilo e
dei rifugiati, senza i quali non si può immaginare un futuro e
un mondo fraterno", conclude il presidente di Migrantes. (ANSA).