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Pedofilia: la Cei non esclude indagine su abusi anche in Italia

"Di qualità",senza "giudizi sommari".Marx,sfida è riforma Chiesa

(di Fausto Gasparroni) (ANSA) - ROMA, 27 GEN - Sull'onda dello scossone imposto dal rapporto sugli abusi nell'arcidiocesi di Monaco dal 1945 al 2019, che ha coinvolto per presunti "comportamenti erronei" in quattro casi di preti pedofili perfino il Papa emerito Joseph Ratzinger, l'episcopato italiano per la prima volta non esclude alla radice la possibilità di un'inchiesta analoga anche in Italia. "Non ci interessa tanto la quantità ma ci interessa puntare alla qualità: anche se si dovessero pubblicare dei dati si vuole che siano attendibili, è un lavoro che coinvolge tutto il territorio italiano", risponde il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, alla domanda dei giornalisti se la Cei abbia preso in considerazione l'eventualità di muoversi sul modello di altre conferenze episcopali o diocesi europee che hanno incaricato commissioni indipendenti di svolgere indagini sul fenomeno.
    "La questione naturalmente è oggetto anche di una riflessione, di un dialogo, non so però se si possa parlare di modelli. Bisogna anche qui avere un'attenzione alla comunità in cui si vive, quindi non si può generalizzare dicendo esiste un modello - prosegue Russo -. Noi dobbiamo, e il lavoro che stiamo facendo lo testimonia, avere un'attenzione, una cura al 'noi', ed è un 'noi' che in Italia si configura in una rete ecclesiale che è costituita da 227 diocesi. E quindi anche un eventuale lavoro che i vescovi dovessero decidere di affrontare rispetto a una indagine sugli abusi deve tener conto di questo". "Da questo punto di vista - aggiunge -, mi sembra molto importante il lavoro di approfondimento che si sta facendo diocesi per diocesi".
    Cioè, spiega il segretario della Cei, "quello di attenzione alle persone e di vicinanza alle vittime, e quindi questa attenzione che si è spostata sulle vittime. C'è un lavoro anche di formazione che si sta facendo con tanti momenti di incontro ma anche con documenti che si stanno producendo, e che ci sono richiesti anche da altre Conferenze episcopali proprio per la profondità anche di questo lavoro". "Questo - ribadisce Russo - non esclude che i vescovi possano anche decidere di realizzare un'indagine: vedremo nel caso e come questa si andrà a realizzare".
    Parole diverse da quelle del cardinale presidente Gualtiero Bassetti, che solo l'ottobre scorso aveva liquidato una petizione online per un'inchiesta anche in Italia affermando che "è pericoloso affrontare la piaga della pedofilia in base a statistiche", "la conoscenza del fenomeno, a mio avviso, va fatta scientificamente, non per indagini".
    In ogni caso, anche il Comunicato finale del Consiglio Cei oggi dice che "la ricerca della giustizia nella verità non accetta giudizi sommari, ma si favorisce sostenendo quel cambiamento autentico promosso dalla rete dei Servizi diocesani per la Tutela dei Minori e dai Centri di ascolto, che vanno sempre più crescendo".
    Intanto, la bufera sollevata dal rapporto di Monaco ha trovato eco oggi in una conferenza stampa dell'arcidiocesi, in cui il cardinale arcivescovo Reinhard Marx, accusato dal dossier di "comportamenti erronei" in due casi, ha affermato di essere "pronto ad assumersi la responsabilità". Aggiungendo però: "sono ancora pronto a svolgere il mio servizio se questo è utile ai prossimi passi per una elaborazione affidabile, una più forte dedizione alle vittime degli abusi e per una riforma della Chiesa". Il rapporto rappresenta "una profonda cesura per l'arcidiocesi di Monaco e una cesura anche al di là di questa", ha detto, rilevando che "la Chiesa era diventata un luogo di sciagura, un luogo di paura e non di consolazione": chi nega che vi sia bisogno di una riforma strutturale "non ha capito la portata della sfida".
    "La mia colpa più grande è stata quella di aver trascurato le vittime degli abusi, questo è imperdonabile", ha ammesso il card. Marx, tra i più stretti collaboratori di papa Francesco.
    "Avrei dovuto impegnarmi di più", ha dichiarato, riconoscendo una "responsabilità morale". Il cardinale ha chiesto quindi "scusa" alle vittime. Marx, che l'anno scorso aveva presentato le dimissioni, respinte dal Papa, ha ribadito: "Non mi incollo all'incarico".
    Infine rispondendo a una domanda sulla dichiarazione del Papa emerito Joseph Ratzinger smentita dal rapporto di Monaco e che Benedetto ha poi corretto, "io accetto che lui interpreti i fatti diversamente su questo punto, che se ne dispiaccia, e penso che lui si esprimerà di nuovo su tutta la questione - ha commentato Marx -. Questa sarebbe una cosa positiva e io la vedrei positivamente". (ANSA).
   

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