(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 31 AGO - Dice di "non voler
giudicare", ma papa Francesco esprime chiare riserve sulle
modalità con cui è avvenuto il ritiro dall'Afghanistan delle
truppe statunitensi e dei loro alleati Nato: rileva in
particolare che non si è tenuto conto delle possibili
conseguenze, di tutto quanto poteva accadere, con evidente
riferimento alle sofferenze della popolazione evacuata, dei
fuggiaschi aggrappati agli aerei in partenza. E anche di quanti
sono rimasti nel Paese una volta terminato il ponte aereo.
Insomma, per il Papa "non sono state prese in considerazione
tutte le eventualità".
La preoccupazione del Pontefice per la situazione in cui sono
rimasti i cittadini afghani dopo la partenza delle truppe Usa e
alleate ed il definitivo ritorno al potere dei talebani emerge
dalla nuova anticipazione dell'intervista concessa alla radio
cattolica spagnola Cope, che andrà in onda nella sua interezza
domani mattina. Nel passaggio diffuso oggi, a Francesco viene
chiesto se ritenga che la popolazione dell'Afghanistan sia stata
"lasciata a se stessa".
"Da quanto si vede qui, non sono state prese in
considerazione, a quanto pare, non voglio giudicare, non sono
state prese in considerazione tutte le eventualità", risponde
papa Bergoglio. Ma il Pontefice fa anche un annuncio,
aggiungendo di "essere sicuro" che "la Segreteria di Stato
vaticana stia lavorando affinché non ci siano rappresaglie nei
confronti della popolazione" con l'arrivo dei talebani.
Nel suo appello per l'Afghanistan di domenica scorsa
all'Angelus, Francesco ha chiesto "di continuare ad assistere i
bisognosi e a pregare perché il dialogo e la solidarietà portino
a stabilire una convivenza pacifica e fraterna e offrano
speranza per il futuro del Paese". E ha esortato i credenti a
"intensificare la preghiera e praticare il digiuno", poiché "in
momenti storici come questo non possiamo rimanere indifferenti".
E nel precedente appello del 15 agosto, unendosi "all'unanime
preoccupazione per la situazione in Afghanistan", aveva invocato
che "cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere
trovate al tavolo del dialogo". "Solo così la martoriata
popolazione di quel Paese - uomini, donne, anziani e bambini -
potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza
nel pieno rispetto reciproco", aveva avvertito.
E che la situazione nel martoriato Paese sia costantemente al
centro dei pensieri del Papa viene confermato - in un'intervista
a Vatican News - dal fondatore della Comunità di Sant'Egidio,
Andrea Riccardi, ricevuto ieri in udienza da Bergoglio in
Vaticano. "Il Papa è profondamente preoccupato per
l'Afghanistan, segue la situazione giorno per giorno, ma non ha
abbandonato il sogno e la visione - di questo abbiamo parlato -
di costruire un mondo nuovo post Covid, in cui la solidarietà
sociale si accompagni alla solidarietà internazionale - spiega
Riccardi -. La Fratelli Tutti è la Magna Carta e lo spirito con
cui costruire questa società del dopo pandemia". (ANSA).