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Focolari lanciano campagna globale 'Vaccino per tutti'

Rete gruppi di varie fedi, "stop brevetti e prezzi calmierati"

    Ha preso il via oggi la campagna mondiale "A Vaccine for all-Vaccino per tutti" per favorire l'accesso per tutti ai vaccini contro il Covid-19. Ne è promotrice una rete internazionale di organizzazioni di diverse culture e religioni, con capofila il Movimento dei Focolari. "La vaccinazione contro il Covid-19 sia accessibile a tutti, dando priorità ai più vulnerabili e bisognosi del pianeta, indipendentemente dal loro reddito individuale e nazionale - chiedono i sostenitori -. Urge la decisione della comunità internazionale: sospensione dei brevetti per le case farmaceutiche o contratti con quantità e prezzi più generosi per i Paesi poveri o emergenti".

    La campagna viene lanciata alla vigilia del Global Health Summit (Vertice Mondiale sulla Salute) del G20, a presidenza italiana. "Le decisioni le devono prendere i governi e le organizzazioni internazionali, in una sorta di 'internazionalismo dei vaccini' - ha auspicato in conferenza stampa Mario Bruno, presidente del Movimento politico per l'unità (Focolari) -, ma serve una risposta popolare che uniti, organizzazioni di varie culture e di varie fedi, possiamo dare, come risposta di tanti popoli e come spinta verso i governi".

    "Domani si riunisce il Vertice Mondiale sulla Salute - ha ricordato -. Tra le soluzioni di cui si discute c'è la sospensione dei brevetti: certo urge una risposta, la sospensione oppure ancora la condivisione dei brevetti, che vuol dire fornire una sorta di 'patent pool' in cui le case farmaceutiche sospendono, condividono le licenze per la produzione dei propri prodotti nei Paesi più poveri". "Ma ciò che chiediamo - ha aggiunto Bruno - è soprattutto la capacità di trovare degli accordi con le imprese farmaceutiche per prezzi calmierati, per poter essere alla portata dei Paesi più poveri. E che i governi, spinti dalla categoria politica della fraternità e non da forme di neo-colonialismo, facciano a gara nella solidarietà per finanziare i vaccini, soprattutto nei Paesi che ne hanno più bisogno".

    All'iniziativa ha portato il suo sostegno anche il Vaticano, tramite suor Alessandra Smerilli, sottosegretario del Dicastero per lo sviluppo umano integrale e coordinatrice della task-force Economia della Commissione vaticana Covid-19. "Questo progetto è un'icona di quello che sta chiedendo papa Francesco - ha affermato -. E non è un progetto di carità: con una pandemia che ha colpito tutti indistintamente, ma non tutti in maniera uguale, dobbiamo capire che a chi è in difficoltà non si danno le briciole, non si danno gli scarti. Non è una questione di carità: è una questione di giustizia, di debito di giustizia che noi abbiamo nei confronti di queste persone. Come ci ha ricordato papa Francesco, non ci salveremo se non tutti insieme. Non saremo tutti salvi fin quando mancherà una sola persona ad essere vaccinata".

    Suor Smerilli ha posto l'accento sulla questione della sospensione, almeno temporanea, dei brevetti, sul "riuscire anche a trattare i prezzi, perché le case farmaceutiche stanno praticando prezzi diversi, e molte volte chi paga di più le conseguenze, cioè ha prezzi più alti, sono coloro che hanno minore potere contrattuale. Questo non può essere fatto".

    Alla conferenza stampa ha partecipato anche Yassine Lafram, presidente dell'Unione delle Comunità islamiche d'Italia (Ucoii), che ha espresso dispiacere e preoccupazione per "la forbice delle disuguaglianze che si allarga sempre di più, perché oggi un vaccinato è un privilegiato, un non vaccinato diventa una sorta di lebbroso, dal quale bisogna tenere le distanze. Rischiamo di creare maggiore ingiustizia in alcune parti del mondo che sono già logorate da povertà, carestie, fame, ingiustizie e disuguaglianze".

    Lafram ha ricordato anche "quello che sta succedendo oggi nei Territori Palestinesi: nella Striscia di Gaza, che è un fazzoletto di terra dove c'è un'alta densità di popolazione, è stato bombardato l'unico laboratorio Covid a disposizione", mentre "è stato vaccinato solo il 3% dei palestinesi rispetto invece a più del 60% degli israeliani". 

   Primo atto della campagna è un'azione-simbolo per portare cure alle popolazioni native dell'Amazzonia, in uno dei Paesi più colpiti dal Covid come il Brasile, sostenendo il progetto 'Barco Hospital Papa Francisco', barca-ospedale per garantire assistenza sanitaria alle popolazioni isolate dei 'ribeirinhos' che non possono raggiungere i luoghi di cura.

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