"I dati ci hanno dimostrato di come questo atteggiamento antiscientifico sia più presente nelle giovani generazioni. Per noi questo è stato un grande campanello di allarme. Il futuro sono i giovani, bisogna lavorare nelle scuole e università, per noi è prioritario costruire una cultura scientifica». È questo il principale motivo che ha portato Novartis a utilizzare l'arte cinematografica per divulgare l'importanza della ricerca scientifica. A spiegarlo è Pasquale Frega, amministratore delegato e country president dell'azienda, che ha proseguito: «La capacità di portare i vaccini ha forse messo la parola fine alle controversie sulla ricerca farmaceutica, associando le parole "ricerca farmaceutica" a "futuro". Ci siamo resi conto di come l'opinione pubblica abbia giocato un ruolo fondamentale sulla vaccinazione, con una ricerca di mercato abbiamo capito che dovevamo colmare un gap, impegnandoci nella creazione di una cultura scientifica nel Paese».
Da ultimo, Frega ha ribadito l'importanza di "triangolare con l'opinione pubblica": «Abbiamo visto nella comunicazione audio visiva un'opportunità in cui lanciarci. Un esperimento di successo sull'importanza della ricerca. Abbiamo portato il progetto all'attenzione del Ministero culturale, che ha abbracciato con noi una serie di idee. Ad ottobre avremo il primo museo virtuale sulla storia della medicina, stiamo finendo di svilupparlo con Google. Sarà un modo per avvicinare i giovani alla scienza».
Presente anche l'ateneo veneziano Ca' Foscari, che attraverso il professor Guido Caldarelli, ha spiegato: «Durante la pandemia abbiamo capito il valore della ricerca. Per trovare una soluzione c'è bisogno di differenti discipline e culture. Trovo questa iniziativa molto importante perché riporta al centro del dibattito della pubblica opinione il ruolo della ricerca. Questo modo di raccontare ha lo scopo di raggiungere più persone possibili, è importante saper convincere le persone sui risultati, e un linguaggio universale è la scelta migliore».
In collaborazione con:
Novartis