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Napoli:medici ambulatori,in nostre auto per visite domicilio

Sumai: troppi accordi saltati e no dialogo, possibile sciopero

(ANSA) - NAPOLI, 04 MAG - Costretti ad usare le proprie auto e a pagare di tasca propria gli spostamenti verso i pazienti non deambulanti e da anni in attesa di veder riconosciuti rimborsi mai percepiti, gli Specialisti ambulatoriali convenzionati interni dell'Asl Napoli 1 hanno dichiarato lo stato di agitazione, e ora guardano ad uno sciopero che sembra inevitabile. Lo rende noto il Sumai, Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana, in una nota. "Ci siamo visti costretti - dice Gabriele Peperoni, vice presidente nazionale del SUMAI - a revocare la disponibilità all'uso dei nostri automezzi per le visite domiciliari ai pazienti fragili e non deambulanti. Una decisone dolorosa, ma giunti a questo punto anche inevitabile. Visto che l'Asl ha disatteso ogni accordo preso, ora dovrà necessariamente mettere a disposizione gli automezzi con i relativi autisti, per evitare un'interruzione di pubblico servizio con tutte le conseguenze giuridiche che ricadrebbero unicamente ed esclusivamente a carico dei responsabili dell'Azienda sanitaria". L'ultimatum fissato dagli Specialisti ambulatoriali convenzionati interni del SUMAI è al 17 maggio, data oltre la quale le visite domiciliari potrebbero fermarsi. Sul piatto, sottolinea la nota, non c'è solo il rispetto degli accordi sui rimborsi. "I temi sono tanti - spiega Peperoni - in in questi ultimi due anni ad esempio l'Asl non ci ha permesso di partecipare ai concorsi per gli ospedali, poi c'è il problema è anche l'accordo integrativo, non c'è mai stato un momento di sedersi al tavolo per opportunità non solo economiche ma anche lavorative. Penso ad esempio ai diabetologi che sono quasi tutti della nostra categoria e sono stati esclusi dal concorso e intanto la Regione vuole che torniamo alle prenotazioni precovid delle visite ambulatoriali, abolendo i 10' di pausa a tutela dei pazienti e dei medici". Per l'Asl Napoli 1 i medici ambulatoriali sono circa 700 e Peperoni ricorda anche che "non prendiamo incentivi dal 2015, ci sono alcune cause che alcuni colleghi stanno portando avanti e le stanno vincendo, ma noi proviamo sempre ad avere un dialogo. Invece l'Asl di Napoli ignora le legittime richieste di una categoria cui, evidentemente, solo a parole si riconosce il merito di aver contribuito a garantire alla Regione e alle Aziende, in particolare alla Napoli 1 centro, di mantenere aperti gli ambulatori distrettuali e i tanti ospedali, e praticamente quasi tutti i pronto soccorso aziendali, ove operano molti sanitari appartenenti alla nostra categoria oltreché di aver continuato ad effettuare le visite domiciliari, nonostante la carenza di DPI nei mesi iniziali della pandemia".
    Senza risposte dall'ASL sarebbero più di 2.000 a settimana le visite domiciliari che potrebbero saltare. "Siamo speranzosi che l'azienda dia un cenno di attenzione alle nostre istanze e che possa esserci un confronto quanto prima. Sarebbe troppo facile scaricare tutto sui medici, chiamandoci eroi ma nei fatti continuando a umiliarci", conclude Peperoni. (ANSA).
   

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