(ANSA) - LARINO, 25 MAG - Sette persone arrestate su un
totale di 18 indagati, sei tonnellate di rame trafugato da
parchi eolici del Basso Molise, Puglia, Basilicata e Campania e
615 kg recuperati, raffica di perquisizioni con 100 carabinieri
impegnati tra le Compagnie di Campobasso e Larino, i provinciali
di Barletta, Andria, Trani, Bari, Foggia, Cerignola con i nuclei
cinofili di Chieti e Modugno (Bari); quattro persone ricercate
per l'esecuzione delle misure cautelari sono risultate
irreperibili.
Questi i numeri dell'operazione 'Vento Rosso' illustrata a
Larino dal procuratore capo di Larino Elvira Antonelli, dal
tenente colonnello Luigi Dellegrazie, dal sostituto procuratore
Marianna Meo e dal comandante della locale compagnia Christian
Petruzzella.
Il blitz è scattato all'alba e ha permesso di bloccare tre
gruppi criminali dediti al furto e ricettazione di rame nei
parchi eolici del centro-sud Italia.
Le indagini, cominciate a febbraio 2022 e durate circa un
anno, hanno accertato 13 furti ai danni di impianti per la
produzione di energia rinnovabile. L'inchiesta, coordinata dal
sostituto procuratore Meo, è partita all'indomani di un furto
avvenuto ai danni di torri eoliche a San Martino in Pensilis
(Campobasso) e ad Ururi (Campobasso). L'indagine si è poi estesa
dal Basso Molise a diverse città della Campania, Basilicata e
Puglia arrivando a identificare i tre gruppi di malviventi che
operavano in associazione tra loro.
Un primo 'team' era specializzato nel rubare il rame che
veniva poi trasportato in alcuni luoghi organizzati dove veniva
sguainato in tempi brevi attraverso un attrezzo specifico.
Terminata questa operazione, entrava in azione una seconda
'squadra' con i mediatori che contattavano i ricettatori per
piazzare la refurtiva sul mercato nero dove il prezzo di 4-5
euro al kg permette guadagni rilevanti.
Il danno arrecato dai ladri ai parchi derubati si aggira su
un milione di euro, mentre quello complessivo, considerando
l'energia sottratta alla produzione e distribuzione, supera i
tre milioni di euro. La base operativa dei malviventi era a San
Ferdinando di Puglia (Bat). Qui operavano undici romeni, un
albanese e sei pugliesi tra cui tre donne. (ANSA).