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Responsabilità editoriale di ASviS

L’Italia e il Goal 6: rete idrica sempre più inefficiente

Politiche e investimenti inadeguati per una gestione sostenibile dell’acqua, evidenzia il Rapporto ASviS.

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Le politiche per il Goal 6: a che punto siamo

Il Rapporto ASviS 2021 evidenzia numerosi ritardi e inadeguatezze sull’evoluzione normativa relativa al Goal 6 (Acqua pulita e servizi igienico-saniari). Le politiche e le novità normative dell’ultimo anno, inclusi gli investimenti e le riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), non considerano il recupero dei ritardi nella scadenza al 2020 del Target 6.6 sulla tutela e il ripristino degli ecosistemi legati all’acqua.                 

Non sono inoltre previsti investimenti e provvedimenti rispetto alla Direttiva Drinking water, per l’accesso universale all’acqua di rete negli spazi pubblici e nuovi parametri di contrasto alle sostanze inquinanti.

Sul tema del diritto di accesso all’acqua, il documento evidenzia la mancanza di una visione di gestione a lungo termine coerente con un quadro normativo stabile e constata l’assenza di una riforma per un modello di governance nazionale delle risorse idriche.

Inoltre, le risorse stanziate risultano inadeguate e prive di un coordinamento, dice il Rapporto, evidenziando in particolare come nessun investimento integrativo sia stato indirizzato a tutela dei Bilanci idrici e dei bacini idrografici, salvo che per la rinaturalizzazione del Po, né a migliorare la capacità di misura dei consumi idrici e limitare il consumo di acqua in bottiglia di plastica. 

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L’Europa e il Goal 6

L’indice composito per il Goal 6 relativo all’Unione europea mostra sostanziale stabilità (seppur con trend altalenante) dal 2010 al 2019, dovuta alla compensazione di andamenti opposti osservati sugli indicatori elementari. Peggiora l’indice di sfruttamento idrico, che passa dal 6,3% nel 2010 all’8,4% nel 2017. La percentuale di persone che non hanno servizi igienici nelle proprie case diminuisce dal 2,9% nel 2010 a 1,6% nel 2019. Un lieve miglioramento si registra nell’indicatore relativo al trattamento delle acque reflue, aumentato dal 78,1% nel 2010 al 79,7% nel 2018.

L’analisi evidenzia però ampi divari territoriali nell’Ue tra Nord e Sud, sia in termini di trend che di livelli osservati nel 2019, con 33,9 punti di differenza tra Austria e Malta. La Romania registra il progresso più significativo, mentre la Grecia il peggioramento più grave. L’Italia si assesta ben al di sotto della media europea.

La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.

 

L’Italia e il Goal 6

 

Dal 2010 al 2018 l’indicatore composito del Goal 6 per l’Italia mostra un andamento complessivamente negativo dovuto sia al peggioramento dell’indice di sfruttamento idrico, aumentato dal 6,7% nel 2010 al 15,6% nel 2017, sia alla diminuzione dell’efficienza delle reti idriche, con un calo di 4,6 punti percentuali dal 2012 al 2018. Nell’ultimo biennio si osserva una sostanziale stabilità dovuta al peggioramento dell’efficienza idrica, compensata però dal miglioramento dei due indicatori relativi alla quota di famiglie che non si fidano di bere l’acqua del rubinetto e di famiglie che lamentano irregolarità nell’erogazione di acqua, che si riducono, rispettivamente, di 0,6 e 1,4 punti percentuali. L’analisi mette in luce il grave pericolo che corre la sostenibilità idrica del nostro Paese soprattutto nelle Regioni del Mezzogiorno, più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici. Nel 2020 le persone che lamentano l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua nel Mezzogiorno sono il 17,8% rispetto al 9% della media nazionale.

La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui. 

 

Le proposte dell’ASviS su “Acqua pulita e servizi igienico sanitari”

Ratificare il Protocollo Acqua e Salute Oms-Unece, procedere con il riconoscimento dell’acqua come diritto universale e intervenire per garantire un equo e adeguato accesso ai servizi igienico-sanitari per tutti.

  • Al fine di prevenire l’inquinamento dell’acqua, elaborare politiche con una capacità di visione e di concezione integrata come indicato nel Green Deal europeo, in correlazione stretta con le politiche agricole per la riduzione dell’uso dei pesticidi e l’eccessivo apporto di nutrienti, il disinquinamento dei processi produttivi industriali, e in particolare il rilascio nell’ambiente di rifiuti non biodegradabili quali la plastica.
  • Monitorare l’effettività dei fondi stanziati dal Pnrr per azzerare il numero di abitanti in zone non conformi alla direttiva e per recuperare, dove possibile, energia e fanghi, e il riutilizzo delle acque reflue depurate per scopi irrigui e industriali.
  • Elaborare misure improrogabili che portino a regime l’efficientamento delle reti idriche civili, avvalendosi di tutte le facoltà di deroga alle regole di bilancio della spesa pubblica, ove necessario.
  • Sviluppare campagne di sensibilizzazione sull’uso efficiente e la fiducia nell’acqua da parte dei consumatori finali.
  • Realizzare l’efficienza dell’agrosistema irriguo, integrato comunque con l’adozione prioritaria di pratiche agronomiche che riducono il fabbisogno irriguo. Le infrastrutture irrigue andrebbero inoltre pensate in funzione del cambiamento climatico, nel perseguimento di una maggiore autosufficienza alimentare.

 

Guarda tutte le proposte sul Goal 6

 

di Maddalena Binda

Responsabilità editoriale e i contenuti sono a cura di ASviS


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