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Responsabilità editoriale di ASviS

Alta sostenibilità: cresce la consapevolezza sulla finanza verde

Se n’è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Viettone, ospiti Bicciato, Bonicatti, Di Giovanni.

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A breve prenderà il via la decima edizione della Settimana Sri dedicata all’investimento sostenibile e responsabile, una rassegna organizzata dal forum per la Finanza sostenibile che quest'anno celebra 20 anni di attività. Ma a pochi giorni dalla chiusura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, in cui si è parlato molto di finanza verde, a che punto siamo e quali sono le novità che emergono dall’Italia e dall’Europa?

Se ne è discusso durante l’ultima puntata di “Alta sostenibilità”, trasmissione in collaborazione con l’ASviS, andata in onda su Radio Radicale il 25 ottobre e condotta da Valeria Manieri ed Elis Viettone.

Ospiti della puntata: Francesco Bicciato (segretario generale del forum per la Finanza sostenibile), Andrea Bonicatti (referente Gruppo di lavoro trasversale ASviS Finanza per lo sviluppo sostenibile), Elena Di Giovanni (vicepresidente e co-fondatrice di Comin & Partners).       

Bonicatti ha rilevato che i tre grandi pilastri a livello europeo di una strategia per lo sviluppo sostenibile (tassonomia degli investimenti, impegni sulla disclosure, confronto tra i vari attori) sono strumenti messi in campo a livello Ue per rafforzare la transizione del nostro continente verso lo sviluppo sostenibile. Ha poi aggiunto che “c’è stata una grossa accelerazione sugli investimenti verdi, al punto che ora dobbiamo evitare che questi si trasformino in bolle. Dai dati Assofin (Associazione italiana del credito al consumo e immobiliare), presentati durante il Festival dello sviluppo sostenibile, si evince che l’81% degli operatori finanziari è proprietario di credito green, e nel 60% dei casi si tratta di operatori di alto livello del settore privato. Dobbiamo continuare su questa strada e assicurarci che ci siano gli strumenti per aiutare le imprese ad andare avanti nel percorso di transizione. Bisogna insistere nello spiegare che questo processo di cambiamento, che va fatto ora e non in futuro, è un’opportunità anche di tipo economico”.

Di seguito Di Giovanni ha parlato dei criteri Esg (environment, social, governance) e, in particolare, di come sia importante nel Piano nazionale di ripresa e resilienza la parte sociale che tocca da vicino la parità di genere. “L’Unione europea ha dato il via allo studio della parte sociale per ciò che concerne gli investimenti green”, ha ricordato, “durante la pandemia 470 mila donne hanno perso il posto di lavoro in Italia (tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2020, n.d.r.), stiamo andando indietro pericolosamente. Per fortuna il governo ha indicato come priorità trasversale nel Pnrr proprio quella di genere. Inoltre si è attuata la Strategia per la parità di genere che prevede misure importanti per i privati e per il pubblico, in modo da agevolare l’utilizzo dei fondi dedicati. Da una parte c’è la promozione dell’imprenditorialità femminile, dall’altra una ‘certificazione’ per la parità di genere che ha come obiettivo di certificare circa 800 imprese in sei anni. Le aziende private si stanno già attrezzando con dei bilanci di genere”.

Bicciato, infine, ha sottolineato la convenienza che ruota dietro un investimento Esg: “Vent’anni fa la finanza sostenibile era un tema di nicchia, c’è stato un avanzamento importante. Durante la settimana Sri, che si aprirà l’11 novembre con la partecipazione tra gli altri del ministro Enrico Giovannini, parleremo di molti argomenti. La pandemia sarà un tema rilevante, basti pensare che nei primi sei mesi di emergenza sanitaria le sottoperformance dei fondi Esg sono state minori di quelli regolari, in sostanza hanno perso meno. Dall’estate del 2020 fino a oggi i tassi sono tornati positivi e i fondi Esg hanno avuto rendimenti più alti di quelli non Esg. I fondi che prevengono, per esempio, i rischi legati agli eventi estremi, dunque, convengono. Questi sono messaggi chiave che dobbiamo comunicare. Bisogna spostare volumi importanti di capitali dalle fonti fossili alle rinnovabili, così facendo abbasseremo anche il rischio di perdita. Secondo le nostre analisi, le piccole e medie imprese sono sempre più attente ai temi della sostenibilità. Grazie anche alla normativa europea, la platea delle imprese italiane che dovranno occuparsi di redigere la rendicontazione non finanziaria passerà da 11 mila a 50 mila. Un numero ancora basso ma che mostra una tendenza chiara”.

 

RIASCOLTA L’ULTIMA PUNTATA – Alta sostenibilità: Finanza verde, risparmio e investimenti

Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.

 

di Ivan Manzo

Responsabilità editoriale e i contenuti sono a cura di ASviS


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