(ANSA) - TREVISO, 20 NOV - I lavoratori immigrati in Veneto
rappresentano l'11% degli occupati nella regione, realizzano il
10% del Pil e fra loro vi sono circa 60 mila imprenditori,
corrispondente all'8,9% del totale.
Il peso della componente migratoria sull'economia regionale
delineato dal nuovo rapporto della Fondazione Moressa è stato
illustrato oggi, a Treviso, dai ricercatori dell'ente veneziano
i quali hanno sottolineato come continui a rimanere evidente la
divaricazione fra i redditi degli stranieri (meno di 15 mila
euro in media) e quelli degli italiani, circa 8 mila euro più
elevati.
Questo, è stato spiegato, a causa soprattutto del progressivo
abbandono delle professioni meno redditizie, da parte dei
locali, a favore dei migranti. Se cioè il rapporto fra costi e
benefici dell'immigrazione sotto il profilo economico è per gli
italiani vantaggioso, in particolare per le contribuzioni
necessarie a sostenere il sistema pensionistico, a lungo andare
l'effetto rischia di ridursi a causa della incapacità del
sistema produttivo veneto di attrarre professionalità straniere
di elevato profilo.
Rimane comunque fondamentale la questione demografica. In un
paese che invecchia come l'Italia, sottolineano ancora i
curatori della ricerca, nel 2050 si arriverà ad avere un
pensionato per ogni lavoratore e questo, anche il tasso di
fecondità delle donne italiane potesse tornare da subito a
quello degli anni Sessanta, non potrebbe essere evitato se non
con l'apporto di popolazione fertile da altre parti del mondo.
(ANSA).