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La Mezzaluna Rossa: "Raid di Israele su una zona umanitaria di Rafah, molte vittime'

La Mezzaluna Rossa: "Raid di Israele su una zona umanitaria di Rafah, molte vittime'

Martedì riprendono i negoziati al Cairo. L'Egitto riapre il valico, passano gli aiuti

TEL AVIV, 27 maggio 2024, 06:10

di Massimo Lomonaco

ANSACheck

Rafah © ANSA/EPA

La Mezzaluna Rossa palestinese ha detto che un attacco aereo israeliano ha ucciso e ferito un "gran numero" di persone in un'area umanitaria designata vicino alla città di Rafah, nell'estremo sud di Gaza. "Gli equipaggi delle ambulanze della Mezzaluna Rossa Palestinese stanno trasportando un gran numero di martiri e feriti dopo che l'occupazione (israeliana) ha preso di mira le tende degli sfollati vicino al quartier generale delle Nazioni Unite a nord-ovest di Rafah," ha precisato la Mezzaluna Rossa in un post su X, aggiungendo: "Questo luogo è stato designato dall'occupazione israeliana come area umanitaria".

L'ufficio stampa del governo di Hamas a Gaza afferma che sono "oltre 30 i morti a seguito del bombardamento israeliano di un campo profughi a nordovest di Rafah". Lo riporta Al Jazeera. Secondo l'agenzia Wafa i morti sono almeno 40.

L'Idf israeliana ha confermato che è stato effettuato un attacco nella zona nord-occidentale del distretto di Rafah, dove sono state segnalate decine di morti e feriti, e ha affermato che "i dettagli sono in fase di verifica". Lo riporta Ynet.

Bombardamenti israeliani su Rafah

 

Intanto, Hamas, dopo 4 mesi, è tornata a lanciare una raffica di razzi su Tel Aviv e nel centro di Israele. L'esercito israeliano ne ha contati otto, rivendicati dalle Brigate Qassam - ala militare della fazione islamica - tirati dall'area di Rafah, la città più a sud di Gaza, dove l'Idf è impegnato da settimane in un'operazione militare "mirata" a liquidare gli ultimi battaglioni di Hamas.

Il nuovo sviluppo è arrivato il giorno stesso in cui l'Egitto ha riaperto il valico di Rafah da cui sono entrati, dopo 20 giorni di stop, i primi camion di aiuti umanitari diretti a quello israeliano di Kerem Shalom per poi passare, una volta ispezionati da Israele, nella Striscia.

Ora gli occhi sono puntati di nuovo sul Cairo dove da martedì - secondo fonti egiziane che lo hanno riferito alla Cnn - potrebbero riprendere i negoziati, mediati da Egitto Usa e Qatar, per una possibile tregua e il rilascio degli oltre 120 ostaggi israeliani ancora prigionieri a Gaza.

L'attacco da Rafah a Tel Aviv e all'area della parte centrale del Paese - il maggiore da molto tempo, considerato dagli analisti una sfida aperta da parte delle Brigate Qassam - è arrivato nel primo pomeriggio facendo scattare le sirene di allarme che da tempo non si sentivano nell'area. Kfar Saba, Raanana, Herzilya sono state le più coinvolte anche dalle ricadute dei detriti dei razzi colpiti dalle intercettazioni operate dall'Iron Dome.

A Tel Aviv sono state udite forti esplosioni in cielo dovute all'intervento del sistema di difesa israeliano. Degli 8 razzi, secondo un portavoce dell'Idf, 3 sono stati intercettati in aria mentre gli altri sono passati. A Herzilya un edificio - e si sono viste le immagini su social - è stato investito dai frammenti: due persone hanno riportato ferite leggere mentre correvano nei rifugi.

Le Brigate Qassam nella loro rivendicazione hanno detto di aver "bombardato Tel Aviv in risposta ai massacri sionisti contro i civili". Il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz - che ha chiesto una inchiesta sul 7 ottobre e sulla condotta della guerra - ha denunciato che "i tiri da Rafah dimostrano che l'Idf deve agire ovunque si trovi Hamas".

 

 

Una fonte dello Stato ebraico, intanto, ha fatto sapere ai media che la ripresa dei colloqui e gli sviluppi all'Aja stanno inducendo l'esercito a rivedere l'operazione nella zona, ridimensionandola: "Continuerà a operare, ma in modo più contenuto".

La riapertura del valico di Rafah - avvenuta dopo un recente colloquio tra il presidente Joe Biden e quello egiziano al Sisi - ha consentito, secondo media egiziani, l'ingresso di un totale di "200 camion" che si sono spostati dal lato egiziano del valico di frontiera di Rafah. Il capo della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai, Khaled Zayed, ha detto che i camion si stanno muovendo in coordinamento tra Egitto, Israele, Unrwa (l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi) e la Mezzaluna Rossa palestinese. A bordo - è stato specificato - alcune tonnellate di aiuti alimentari ma sono passate anche quattro autocisterne di carburante nella Striscia di Gaza.

In previsione dell'appuntamento di martedì prossimo al Cairo il premier Benyamin Netanyahu ha convocato il Gabinetto di guerra per discutere della posizione, anche se già nei giorni scorsi, sotto la spinta delle manifestazioni che si susseguono nel Paese per il rilascio degli ostaggi, il mandato a trattare al capo del Mossad David Barnea dovrebbe essere molto più ampio di quello degli ultimi round delle trattative.

Hamas, tuttavia, ha fatto sapere che al momento non ha ricevuto ancora nulla dai mediatori ed ha ribadito che la posizione della fazione islamica non cambia. "Ciò che è necessario - ha ammonito - è fermare la guerra in tutta la Striscia di Gaza, non solo a Rafah. Questa è la base e il punto di partenza". Non si ferma intanto il conflitto con gli Hezbollah, con razzi e raid, al nord al confine con il Libano mentre nella Striscia il ministero della Sanità di Hamas ha aggiornato a quasi 36mila le vittime dall'inizio del conflitto.   

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