PAOLO DI PAOLO, 'UNA STORIA QUASI SOLO D'AMORE' (FELTRINELLI, PP 172, EURO 15). Vivono la confusione del presente, si muovono nel caos Nino e Teresa, i personaggi del nuovo romanzo di Paolo Di Paolo, 'Una storia quasi solo d'amore' ambientata in un recentissimo passato, il 2013.
"Volevo trasferire sulla pagina il brusio del presente, un effetto che si riflette anche sullo stile che è agitato, sincopato. E' un romanzo di molte domande e poche risposte" dice all'ANSA Di Paolo che mette in scena questa volta l'amore e il confronto fra generazioni in una storia a più voci in cui si identifica soprattutto con quelle femminili. Autore di libri come 'Dove eravate tutti' sull'età berlusconiana e 'Mandami tanta vita' con Piero Gobetti della Torino e Parigi del 1926, con cui è stato nella cinquina del Premio Strega 2013, Di Paolo è anche autore per ragazzi ed è stato recentemente finalista alla prima edizione del 'Premio Strega Ragazze e Ragazzi' con 'La mucca volante'. Nino, attore ventenne allo sbando, torna da Londra a Roma e accetta, dopo varie perplessità, la proposta della sua ex maestra di teatro, Grazia, di insegnare recitazione a un gruppo di anziani in un laboratorio teatrale. Una sera, proprio davanti ad un teatro, incontra Teresa, trentenne che lavora in un'agenzia di viaggi e custodisce un mistero. Lei è la nipote di Grazia, figura chiave della storia, che tiene il filo di tutto, anche del loro amore. Diversi, lontani per formazione e aspirazioni, ostaggi di un mondo invecchiato, Nino e Teresa vivranno un amore che è quasi una scommessa.
"Teresa ha la mia stessa età, ha messo i piedi nelle categorie del Novecento, vive una sua spiritualità e profondità, è verticale. Nino si muove con assoluta, incondizionata libertà nel presente. E' un po' superficiale, un po' guascone, è lontano dalla politica, dalla religione, è orizzontale. Era interessante farlo avvicinare a qualcosa di più complesso, a Teresa, ma era possibile farlo solo attraverso l'innamoramento" spiega Di Paolo.
Prima di arrivare al mistero su di lei, che scopriamo a metà libro, c'è l'attrazione, l'incontro, la fisicità. "Non volevo - sottolinea Di Paolo - guardare con moralismo ai ventenni, una tendenza che ha dominato in questi anni. Volevo studiare Nino come se fosse una creatura sconosciuta ai miei occhi".
Quando Grazia si ammala, Nino rifiuta la realtà, non va a trovarla in ospedale, "'tanto - pensa - lei uscirà', mentre Teresa sente tremare le sue certezze di fede benchè viva una spiritualità molto sua, molto personale". "Il fondale - continua è un po' sotterraneo ma riconoscibile. Il momento in cui Nino e Teresa sono più vicini è proprio a febbraio-marzo 2013 quando c'è stato il passaggio tra un pontefice dimissionario e il suo successore, Papa Francesco. Su Teresa questo ha un impatto molto forte mentre Nino è estraneo a tutto questo".
In questo romanzo corale gioca un ruolo fondamentale anche la spiritualità libera da categorie in un tempo però "in cui siamo pressati dalla fede radicale mentre noi siamo diffidenti, disincantati" dice lo scrittore. Restano le domande fondamentali, assolute verso le quali spinge Teresa. "Il paradosso è che in questo libro mi sento più vicino alle figure femminili. E' stata una bella avventura ma lo scrittore deve immedesimarsi non solo nei personaggi che gli assomigliano" dice Di Paolo che è nato a Roma nel 1983. "C'è molto - continua - la dialettica vecchi-giovani che da un po' di tempo si è sclerotizzata, non porta più un valore sia dal punto di vista sociale sia politico. O sei il giovane che rottama o sei il vecchio che non tollera la giovinezza. Ho cercato di mettere una staffetta possibile. E così alla fine lo spettacolo che questo gruppo di anziani sta preparando sarà portato in scena" afferma Di Paolo che in questo libro ha messo molto anche della sua esperienza teatrale.
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