La Fondazione Petruzzelli ha
presentato stasera, secondo appuntamento della stagione lirica,
'Manon Lescaut' di Puccini nell'edizione curata dal Teatro Regio
di Parma con la direzione orchestrale affidata a Giuseppe la
Malfa e la regia all'inglese Stephen Medcalf.
In una 'Conversazione', nei giorni scorsi, il musicologo
Michele dall'Ongaro ha definito "Manon' un'opera imperfetta ma
con un fuoco interno che altre opere non hanno". Questa storia
('Histoire du chevalier De Grieux et de Manon Lescaut' di
Prevost) quando Puccini vi mise mano era già stata musicata da
Massenet, Auber e altri che ne avevano ricavato dei balletti.
Siamo alla fine dell'ottocento, la terza opera di Puccini, Manon
dimostra come sia difficile diventare adulti, ma c'è già aria di
evoluzione perchè - ha continuato Dell'Ongaro - Puccini vuole
lasciarsi alle spalle l'ottocento e "la sua musica riesce a
fondere Wagner per la struttura sinfonica e Verdi per la forza
dei sentimenti, bellissimo è l'intermezzo del terzo atto".
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