La prima edizione a
stampa della Divina Commedia vide la luce a Foligno (Perugia)
l'11 aprile 1472 per opera del tipografo tedesco Johannes
Numeister, che per procurarsi la carta necessaria a stampare le
circa 300 copie previste ricorse anche alle cartiere della
vicina Fabriano (Ancona). Lo confermano gli studi condotti dalla
Fondazione Fedrigoni Fabriano che hanno appurato la
corrispondenza di alcune filigrane fabrianesi con quelle
presenti negli esemplari dell'edizione di Foligno giunti fino a
noi, come la "balestra", la "fibbia", la "lettera L" e, in
particolare, il "cappello cardinalizio". "Lo studioso Sandro
Boccadoro è arrivato a ipotizzare che lo stesso Alighieri abbia
usato carta fatta a mano di Fabriano per la stesura della
Commedia, tanta era la sua notorietà nella prima metà del
Trecento - commenta Giovanni Luzi della Fondazione Fedrigoni
Fabriano -, ma non è possibile al momento verificare questa tesi
perché non sono stati ritrovati manoscritti originali del
poeta".
Che però già ai tempi di Dante la carta di Fabriano fosse
ampiamente utilizzata è dimostrato dall'analisi di un codice
miniato della Divina Commedia realizzato circa trent'anni dopo
la morte di Alighieri, nel 1355, e conservato a Firenze nella
Biblioteca Medicea Laurenziana. Il manoscritto (Plut. 40.22.)
proviene da Sassoferrato, a pochi chilometri da Fabriano, e tra
le sei filigrane ricorrenti quella con "due lune addossate con
doppia croce" (1352) coincide perfettamente. L'opera di Dante e
la produzione cartaria di Fabriano si sono intrecciate anche nei
secoli successivi: nel Novecento le Cartiere Miliani
contribuirono con forniture di carte pregiate per la Divina
Commedia dell'editore umanista Leo Samuele Olschki (1911) e per
un'edizione di lusso della Vita nuova nel 1921, sesto centenario
della morte del poeta.
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