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Gerry Scotti: "Mike Bongiorno il mio idolo, il papa del game"

Gerry Scotti: "Mike Bongiorno il mio idolo, il papa del game"

Bagno di folla per il conduttore a Dogliani, domenica il centenario

DOGLIANI, 25 maggio 2024, 20:23

dell'inviata Amalia Angotti

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SCOTTI, 'MIKE BONGIORNO IL MIO IDOLO, È IL PAPA DEL GAME ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Mike Bongiorno è stato il mio idolo da quando era bambino a quando è morto. Ingratitudine verso di lui? Certo non da me". A confermare le parole di Gerry Scotti ci sono i fatti: a cento anni dalla nascita è stato proprio lui a riportare in tv, su Canale 5, il leggendario programma La ruota della fortuna. E in ricordo del papà di Rischiatutto al Festival della Tv chiede al pubblico di gridare con una sola voce 'Allegria!'. Quella parola durante la trasmissione non ha voluto dirla, ma a Dogliani è un'altra cosa. "Ho cercato di fare La ruota della fortuna a modo mio perché sennò sarebbe stato scimmiottare, nel grande rispetto dei crismi perché ogni gioco ha una liturgia e Mike era un vescovo, un papa dei game. Ho cercato di rispettare i suoi tempi, i suoi modi, una sola cosa ho evitato: di dire Allegria, non me la sono sentita", spiega Gerry Scotti. E ricorda: "Sei anni fa proprio qui a Dogliani avevo detto che mi sarebbe piaciuto fare La ruota della fortuna, ma non avevo la più lontana idea che l'avrei fatta davvero e avrebbe avuto così tanto successo. Ringrazio Mike". Nessuna intenzione di lasciare Canale 5: "Sono 41 anni che varco lo stesso cancello, alcuni sono andati via. Io resto" afferma. "La mia popolarità deriva anche dal fatto che sono sulla credenza della cucina. C'è una televisione, da una parte la foto del papa, probabilmente ancora papa Giovanni, dall'altra la foto del parente disperso in Russia e in mezzo c'è il mio faccione. Ma più famiglia di così, che cosa andiamo a cercare?", osserva sul filo dell'ironia. A Dogliani Gerry Scotti è accolto con grande entusiasmo tra applausi, selfie e autografi. Lui, il popolare conduttore televisivo, apprezza. "Sono onorato di essere così amato, ci sono nell'ordine bambini di nove anni e signore di 90. È una soddisfazione" commenta. "Essere chiusi in una scatola com'è la televisione ti fa un po' perdere il contatto. Quella della fisicità è una componente che mi manca molto. Un periodo il rapporto con il pubblico era così, poi siamo diventati multimediali e sembriamo vivere in un mondo parallelo. Manifestazioni come questa ti danno modo di tornare con i piedi per terra. Quando finalmente hai un rapporto con la gente che ti vede tutte le sere ti rendi conto se stai lavorando bene o male" osserva Scotti che annuncia l'arrivo di un secondo libro dopo "Che cosa vi siete persi" (Rizzoli). Scotti parla anche di cinema: "Mi hanno chiesto di fare i cinepanettone, ma non m'interessava. A Mediaset mi hanno sempre lasciato molto libero. Certo se Pupi Avati mi chiamasse anche per fare il cadavere che galleggia in un fiume ci andrei. Mi ha telefonato mentre ero in terapia intensiva e non ho potuto rispondere. Quando sono riuscito a richiamarlo mi ha detto che mi voleva proporre un film. Poi però non mi ha fatto sapere più nulla. Ho perso la mia occasione".

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