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Paura attacchi all'election day. Clinton sotto quorum

Paura attacchi all'election day. Clinton sotto quorum

al Qaida e hacker spaventano Usa. Verso un finale al fotofinish

NEW YORK, 05 novembre 2016, 08:44

Redazione ANSA

ANSACheck

Explosion Aftermath in New York © ANSA/EPA

Explosion Aftermath in New York © ANSA/EPA
Explosion Aftermath in New York © ANSA/EPA

(di Ugo Caltagirone)

    'Vogliono colpire l'Election Day'.
    Gli 007 Usa non usano giri di parole per informare chi di dovere che piu' si avvicina il giorno delle presidenziali americane, martedi' 8 novembre, piu' cresce il rischio di attacchi. Due le preoccupazioni principali: la minaccia di attentati targati al Qaida e quella di una cyberoffensiva senza precedenti, per destabilizzare il processo elettorale e inquinare i risultati delle urne.
    Si tratta di un allarme che finisce per aggiungere tensione al rush finale di una campagna elettorale tra le piu' velenose e divisive della storia degli Stati Uniti. Con i due candidati alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Donald Trump, che i sondaggi danno sempre piu' testa a testa, e con l'ex first lady non ancora certa di riuscire a raggiungere la fatidica soglia dei 270 'grandi elettori' necessaria per vincere. Secondo l'ultimo sondaggio della Cnn, Clinton e' a quota 268 e Trump a quota 204, con 66 grandi elettori ancora in bilico. La situazione è così incerta che qualcuno comincia ad evocare anche l'ipotesi pareggio. Certo e' che se la rimonta di Trump proseguirà nei quattro giorni che mancano al voto sempre piu' probabile sarà un finale al fotofinish nella nottata elettorale.
    In una situazione di tale incertezza, che si riflette anche sull'andamento debole dei mercati, basta poco per cambiare le sorti di un'elezione. Figuriamoci un attentato o un massiccio attacco hacker alle reti Usa. Una minaccia che la Casa Bianca ha ben presente: "Siamo consapevoli dei rischi e vigili. E stiamo compiendo tutti i passi necessari per la sicurezza", ha detto il portavoce di Barack Obama, Josh Earnest. Molti media Usa riportano come l'intelligence americana abbia lanciato una vera e propria allerta terrorismo, soprattutto per lunedi' 7 novembre, alla vigilia del voto. Il timore in particolare e' che al Qaida possa pianificare attacchi in tre stati americani. Nel mirino ci sarebbero New York, Texas e Virginia. Soprattutto nel primo caso l'allerta e' massima, visto che domenica nella Grande Mela si svolgera' la tradizionale maratona che attira ogni anno migliaia di persone da tutto il mondo. Tra le misure di sicurezza messe in campo anche un maggior controllo dei seggi elettorali, con tutte le polizie locali allertate sul rischio che le urne possano essere un 'obiettivo invitante' per lupi solitari e persone motivate da forme di estremismo violento.
    Ma la minaccia e' anche quella di un cyberattacco in grande stile, da parte della Russia o di altri Paesi, con l'obiettivo di creare il caos a ridosso o in concomitanza del voto. Per contrastare questo pericolo si sta producendo uno sforzo senza precedenti coordinato dalla stessa Casa Bianca e dal Dipartimento per la sicurezza nazionale, col supporto del Pentagono e delle principali agenzie di intelligence, dalla Cia alla Nsa.
    A Washington - raccontano fonti dell'amministrazione - ci si prepara al peggio, compreso il cosiddetto 'worst case scenario': quello di una massiccia azione di hackeraggio che mandi totalmente o parzialmente in tilt la rete elettrica o internet del Paese. Ma si lavora anche per contrastare azioni di manipolazione e disinformazione attraverso i social media, a partire da Twitter e Facebook. Col timore della pubblicazione di documenti falsi che coinvolgano i candidati in presunti scandali. Grande attenzione anche alla possibilita' che vengano violati i software che gestiscono i registri degli elettori e le urne elettroniche utilizzate in gran parte del Paese. Sul fronte della media dei sondaggi, secondo il sito specializzato RealClearPolitices, Clinton resta in vantaggio ma solo di 1,7 punti, avendo per ora la certezza solo di 208 grandi elettori contro i 164 di Trump. E con in gioco i restanti 166 negli swing state.
   

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