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Sicilia

  • Corruzione: ispettorato del lavoro di Catania, in 4 ai domiciliari

Corruzione: ispettorato del lavoro di Catania, in 4 ai domiciliari

Sono un ex deputato regionale, un ex consigliere comunale, il direttore e la responsabile legale dell'ufficio

Fascicoli scomparsi, richieste di sanzioni annullate, rateizzazioni al minino in cambio non di soldi, ma di favori: voti dagli imprenditori aiutati, e un soccorso politico alla Regione per ottenere promozioni o assunzioni in strutture pubbliche. E' quanto emerge dall'inchiesta 'Black Job' della Procura di Catania su indagini della guardia di finanza sull'Ispettorato del Lavoro di Catania, che dipende dall'assessorato regionale al Lavoro, che ha portato agli arresti domiciliari dell'ex deputato regionale dei centristi Marco Forzese, 55 anni, dell'ex consigliere comunale di Forza Italia Antonino Nicotra, 59 anni, del direttore dell'Ufficio Domenico Amich, 65 anni e per la responsabile legale dell'ufficio Maria Rosa Trovato, 60 anni.
Uno dei metodi era, per esempio, fare sparire i fascicoli: sono le telecamere nascoste dalle Fiamme gialle che inquadrano Forzese mentre è con Salvatore Calderaro, gestore di una tabaccheria, sospeso dall'attività imprenditoriale. Prelevano l'incartamento dall'Ispettorato e Calderaro lo nasconde sotto il giubbotto. Il fascicolo è stato trovato stamattina a casa dell'imprenditore.
E' uno dei quattro episodi contestati dalla Procura di Catania e contenuti nell'ordinanza del Gip che "ha svelato l'esistenza, all'interno dell'ufficio pubblico in questione, di un consolidato circuito corruttivo alimentato da saldi legami di amicizia che uniscono corrotti e corruttori". Per la Procura "è stato appurato come il continuo scambio di utilità (pacchetto di voti, incarichi alla Regione Siciliana, assunzioni in ospedali e fornitura di beni) ruotasse intorno all'illegittima archiviazione di verbali originati dagli accertamenti ispettivi dai quali sono emerse, spesso, violazioni per lavoratori assunti irregolarmente o in nero". "In alcuni casi - rivela la Procura - si è assistito anche alla materiale sparizione dei verbali stessi e/o comunque ad audizioni "amichevoli" nelle quali è stata palese la mancata tutela degli interessi erariali in gioco". Sotto accusa il potere discrezionale attribuito al Direttore dell'ente pubblico che, sostiene la Procura "anziché essere interpretato quale fonte di responsabilità è stato asservito alle volontà dei corruttori comprimendo così definitivamente gli interessi pubblici confliggenti".

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