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Lazio

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Raggi: salveremo Atac. Lavoratori: stipendio non si tocca

Sindaca: rischiava fallimento, ora rivoluzione. Pd: non c'è piano

Virginia Raggi rivendica in Aula Giulio Cesare la scelta del concordato preventivo per Atac, la municipalizzata dei trasporti di Roma gravata da 1,3 miliardi di debiti. "Per effetto di politiche sciagurate, Atac rischiava il fallimento. Noi la salveremo, mantenendola in mano pubblica - promette la sindaca a 5 Stelle -. Salveremo un patrimonio che appartiene a tutti i romani. Salveremo migliaia di posti di lavoro e gli stipendi dei dipendenti, rilanceremo un servizio pubblico fondamentale". L'occasione è il consiglio straordinario per far luce sul futuro dell'azienda. Una giornata interamente dedicata ad Atac, sia dentro il palazzo del Comune, sia fuori, in piazza dove si ritrovano in presidio lavoratori della municipalizzata. "Il contratto non si tocca, lo stipendio non si tocca", i cori scanditi dai dipendenti. Alcuni sindacati autonomi preannunciano un "autunno caldo di assemblee e scioperi". Il primo è fissato per martedì mattina. Un secondo, proclamato da Usb anche in altre aziende, si terrà il 29 settembre. Quanto ai confederali, attendono le prossime mosse della giunta per decidere il da farsi. Anche perché, nel primo confronto con i rappresentanti dei lavoratori che si tiene in mattinata, l'amministrazione si dice pronta a prorogare il contratto di servizio di Atac oltre il 2019. Ma è botta e risposta tra Comune e Cgil: Palazzo Senatorio comunica che Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal e Ugl hanno congelato le procedure per lo sciopero in vista di un nuovo confronto in programma lunedì; la Cgil ribatte seccamente che tali procedure sono ancora aperte. Nei pressi del Campidoglio fa capolino anche l'ex assessore al Bilancio Andrea Mazzillo (notoriamente critico verso la scelta del concordato preventivo) che si intrattiene con un gruppo di lavoratori del presidio: "Bisogna tutelare il lavoro e l'indotto", le sue parole. Raggi punta il dito contro "un disastro ereditato" e prospetta da ora in poi "una vera e propria rivoluzione" chiedendo il sostegno di cittadini e dipendenti aziendali. Ad interromperla nel corso del suo intervento in Assemblea Capitolina è una delegazione dei Radicali Italiani che a gran voce rivendica il referendum per la messa a gara del tpl. Il neo responsabile dei conti Gianni Lemmetti prende la parola per sottolineare un elemento essenziale della scelta: "Mantenere solido il bilancio di Roma Capitale". Le opposizioni vanno all'attacco. "In un anno abbiamo assistito a cambi management vorticosi. La giunta avrebbe dovuto mettere in atto delle azioni per scongiurare anche l'ipotesi del concordato. E invece non abbiamo visto mai il piano di rientro della società", punta il dito la capogruppo del Pd Michela Di Biase. "Chi garantisce che il Tribunale, nel percorso del concordato, accetterà di non toccare i lavoratori? State facendo una scelta pericolosissima", rincarano da FdI. Il M5S risponde a suon di voti, approvando un ordine del giorno che "impegna" sindaca e giunta a "porre in essere tutti gli atti necessari e propedeutici al superamento della situazione di crisi", attraverso il "concordato" ma salvaguardando anche i "livelli occupazionali". Nelle premesse del documento si spiega che "l'ipotesi di ricapitalizzazione di Atac potrà essere valutata nel contesto di un piano generale di risanamento da attuare attraverso l'istituto del concordato preventivo in continuità".

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