(di Valentina Roncati) Dalla
scomparsa del giornalista Mauro De Mauro (16 settembre 1970)
all'omicidio eccellente del Procuratore della Repubblica Pietro
Scaglione e del suo autista (5 maggio 1971), fino agli
inquietanti atti dinamitardi della notte di Capodanno del 1971
eseguiti a Palermo, nel mandamento dei Madonia, ai danni di vari
enti e uffici pubblici. Di questi fatti delittuosi si occupano
le carte pubblicate oggi dalla Commissione parlamentare
antimafia; si tratta di atti della polizia giudiziaria di
Palermo datati 1971 dove è possibile leggere analisi del
generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e di Boris Giuliano. Sono
"fatti questi - si legge nei rapporti pubblicati, con
riferimento a quei delitti - che non hanno precedenti nelle
manifestazioni criminose dell'isola, perché appaiono talmente
aberranti da far ritenere che si agitino o si occultino a monte
degli esecutori materiali grossissimi interessi ai quali non
sarebbero estranei ambienti e personaggi legati al mondo
politico ed economico-finanziario e che, in forma più o meno
occulta, hanno fatto ricorso, dal dopoguerra in poi, a sodalizi
di mafia per conseguire iniziali affermazioni nei più svariati
settori, per garantire quanto via via acquisito". I quattro
documenti - costituiti dal verbale di denuncia del 6 giugno 1971
e dai rapporti giudiziari del 20 settembre, 26 ottobre e 15
luglio 1971 - furono redatti in un momento particolare per la
storia di Cosa Nostra, in seguito ad indagini congiunte, da
alcuni uffici di Polizia giudiziaria dell'Arma dei Carabinieri e
della Polizia di Stato di Palermo. Dalla lettura dei documenti
si coglie il particolare contesto criminale - di delicata
transizione - che Cosa Nostra si trovava a fronteggiare in
quello specifico momento storico: dopo aver descritto la
"inedita" e fondamentale pax mafiosa, durata per ben cinque anni
(dal 1963 al 1968), successiva alla attività di repressione
investigativa e giudiziaria posta in essere in maniera compatta
e continuativa dalle Istituzioni dopo la tragica strage di
Ciaculli del 30 giugno 1963, i rapporti consentono di cogliere
plasticamente gli effetti di una sentenza - quella della Corte
d'Assise di Catanzaro del 22 dicembre del '68 - che aveva
assolto 44 imputati con la formula, tristemente "consueta",
della insufficienza di prove. Ciò aveva determinato decine di
scarcerazioni e - in questo modo - neutralizzando
pericolosamente gli effetti della straordinaria attività
repressiva appena conclusa. I rapporti tracciano le due grandi
proiezioni che, fin da subito, la pronuncia citata determinò
sugli assetti criminali della mafia palermitana: da un lato,
quella di conferire "più rinnovato prestigio ed autorità a
quanti ne erano usciti indenni" e, dall'altro, il devastante
incremento di quella sfiducia dell'opinione pubblica che, da
sempre, alimenta il fenomeno dell'omertà ("inevitabile
solidarietà di massa, scaturente da quelle ferree leggi
dell'omertà in cui la popolazione è, via via, ripiombata
unicamente per effetto di scoramento connesso alle inaspettate
assoluzioni o alle miti condanne nei gravi processi celebrati
fuori dell'isola"). Vengono quindi elencati e analizzati i
molteplici omicidi di mafia che, subito dopo la pronuncia,
accompagnarono e confermarono il mutamento radicale del clima
criminale, tra i quali figurarono in particolare la "strage di
viale Lazio" del 10 dicembre 1969 (che vide la partecipazione
diretta di innumerevoli boss mafiosi che, di lì a qualche anno,
segneranno l'evoluzione della storia dell'organizzazione, come
Salvatore Riina, Bernardo Provenzano e Calogero Bagarella,
fratello di Leoluca), nonché la vera e propria spedizione
armata, organizzata dal boss Gerlando Alberti ed eseguita da un
commando armato a Castelfranco Veneto (TV), volta all'omicidio
di Giuseppe Sirchia. "Continuiamo questo lavoro di pubblicazione
di atti - spiega il presidente dell'Antimafia, Nicola Morra - le
istituzioni non hanno paura della propria storia; questi giorni
così difficili, che ci consentono di rimanere a casa,
impegnamoli anche in modo utile nello studio della nostra storia
più recente".
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