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Don Ciotti, vittime mafia testimoni

Don Ciotti, vittime mafia testimoni

Inaugurato parco vandalizzato nel Sud Sardegna

CAGLIARI, 14 dicembre 2019, 00:13

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Queste non sono sagome ma dei 'segnavita', che ci indicano la strada comune per una società più giusta. Le vittime di mafia sono morte ma per me sono ancora vive e ci stimolano ad essere noi più vivi e più veri". Con queste parole il fondatore del Gruppo Abele e presidente nazionale di Libera don Luigi Ciotti ha inaugurato a Gergei (Sud Sardegna) il Parco della Memoria, un'installazione con oltre mille sagome realizzata per ricordare le vittime innocenti delle mafie. Un parco recentemente danneggiato da alcuni vandali e risistemato a tempo di record per l'occasione.
    "Anche Papa Francesco quando ricorda il Comandamento 'non uccidere' ci insegna che non si parla solo della violenza diretta, ma che si può uccidere anche con la povertà e le ingiustizie. E - ha aggiunto don Ciotti - queste vite spezzate graffiano le nostre coscienze e ci danno il coraggio di avere più coraggio".
    Tra i partecipanti all'evento molti studenti del progetto Scuola-volontariato e due rappresentanti dei familiari delle vittime di mafia: Claudia Loi sorella di Emanuela, la poliziotta uccisa nell'attentato di via D'Amelio a Palermo nel quale persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, e Pino Tilocca e figlio di Bonifacio Tilocca, ucciso da una bomba esplosa davanti alla sua casa dopo avere parlato ai magistrati degli attentati contro il figlio allora sindaco di Burgos (Sassari).
    "Quando ho visto la sagoma mia sorella è stata un'emozione fortissima - ha detto Claudia Loi - memoria vuol dire impegno, ma non è necessario morire per difendere i valori della democrazia: lo si può fare nel quotidiano". Pino Tilocca ha spiegato che quando ha visto la sagoma con il nome del padre ha capito "che non siamo solo noi familiari a tenere vivo il ricordo".
    Giampiero Farru, referente di Libera in Sardegna ha ricordato che il Parco sorge a Su piroi, "un bene confiscato diventato un centro per tutto il volontariato e ora, con il Parco, punto di riferimento per politiche di educazione alla legalità".
   

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