"Queste non sono sagome ma dei
'segnavita', che ci indicano la strada comune per una società
più giusta. Le vittime di mafia sono morte ma per me sono ancora
vive e ci stimolano ad essere noi più vivi e più veri". Con
queste parole il fondatore del Gruppo Abele e presidente
nazionale di Libera don Luigi Ciotti ha inaugurato a Gergei (Sud
Sardegna) il Parco della Memoria, un'installazione con oltre
mille sagome realizzata per ricordare le vittime innocenti delle
mafie. Un parco recentemente danneggiato da alcuni vandali e
risistemato a tempo di record per l'occasione.
"Anche Papa Francesco quando ricorda il Comandamento 'non
uccidere' ci insegna che non si parla solo della violenza
diretta, ma che si può uccidere anche con la povertà e le
ingiustizie. E - ha aggiunto don Ciotti - queste vite spezzate
graffiano le nostre coscienze e ci danno il coraggio di avere
più coraggio".
Tra i partecipanti all'evento molti studenti del progetto
Scuola-volontariato e due rappresentanti dei familiari delle
vittime di mafia: Claudia Loi sorella di Emanuela, la poliziotta
uccisa nell'attentato di via D'Amelio a Palermo nel quale
persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, e
Pino Tilocca e figlio di Bonifacio Tilocca, ucciso da una bomba
esplosa davanti alla sua casa dopo avere parlato ai magistrati
degli attentati contro il figlio allora sindaco di Burgos
(Sassari).
"Quando ho visto la sagoma mia sorella è stata un'emozione
fortissima - ha detto Claudia Loi - memoria vuol dire impegno,
ma non è necessario morire per difendere i valori della
democrazia: lo si può fare nel quotidiano". Pino Tilocca ha
spiegato che quando ha visto la sagoma con il nome del padre ha
capito "che non siamo solo noi familiari a tenere vivo il
ricordo".
Giampiero Farru, referente di Libera in Sardegna ha ricordato
che il Parco sorge a Su piroi, "un bene confiscato diventato un
centro per tutto il volontariato e ora, con il Parco, punto di
riferimento per politiche di educazione alla legalità".
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