E' in libreria "La verità sul
processo Andreotti", di Gian Carlo Caselli, e Guido Lo Forte. I
due - il primo è stato giudice istruttore a Torino e ha guidato
la procura della Repubblica a Palermo mentre Guido Lo Forte,
pubblico ministero a Palermo prima come sostituto e poi come
procuratore aggiunto e, a Messina, come procuratore capo - in
questo volume edito da Laterza, tornano sull'assoluzione
dell'accusa di associazione con Cosa Nostra a Giulio Andreotti.
"Assolto! Assolto! Assolto" - si legge - parole urlate a
piena gola da un avvocato in toga raggiante di felicità era
Giulia Bongiorno, nell'atto di comunicare al suo cliente l'esito
del processo...a onore del vero il triplice urlo assolto non
combaciava con la parte essenziale del dispositivo della
sentenza che il presidente della Corte di Appello di Palermo
aveva letto pochi attimi prima, un dispositivo semplice e breve
di sole otto righe che testualmente dichiarava commesso fino
alla primavera del 1980 il reato ascritto all'imputato ma
estinto per prescrizione. Non per altra causa men che mai per
assoluzione".
"La verità - scrivono gli autori - è stata letteralmente
fatta a brandelli e proprio da un'esigenza di verità nasce
l'idea di questo libro sul processo Andreotti, avviato dalla
Procura di Palermo nel marzo 1993 e conclusosi il 15 ottobre
2004 con la definitiva sentenza della Cassazione, per anni al
centro di furibonde e fragorose polemiche politico-mediatiche.
Anche a distanza di oltre 10 anni dalla fine dell'iter
giudiziario e a 5 dalla morte dell'imputato, riteniamo utile
ricostruire le tappe di una vicenda che, al di là delle
risultanze processuali e delle singole responsabilità penali,
permette di comprendere alcuni aspetti essenziali della storia
recente del nostro paese".
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