"La vera grande battaglia che deve
combattere la massoneria è culturale, in difesa della libertà di
pensiero e della libera associazione". Lo ha detto il Gran
Maestro della Gran Loggia d'Italia Antonio Binni, alla Tavola
Rotonda che si è svolta presso il Teatro dell'Opera del Casinò
di Sanremo. Il Gran Maestro ha raccontato la propria audizione
dinnanzi la Commissione Parlamentare Antimafia e si è quindi
soffermato nell'analisi della Relazione della Commissione
presieduta da Rosy Bindi sui rapporti tra mafia e massoneria,
mettendone in luce i limiti. "Dettati anzitutto - ha
sottolineato Binni - dall'assoluta generalità con la quale si
affronta il concetto di massoneria, una nozione evanescente
considerando la profonda diversità che esiste fra le Obbedienze
massoniche. Una generalizzazione inaccettabile quella della
Commissione che si è sommata ad un modus operandi estremamente
lacunoso visto che la Commissione ha ampliato il proprio oggetto
di indagine soltanto alla massoneria e non anche ai sindacati e
ai partiti politici anch'essi sicuramente oggetto di
infiltrazioni di carattere mafioso".
Il Gran Maestro ha poi spiegato che "segrete sono soltanto
quelle organizzazioni costrette a ricorrere al segreto come
condizione della loro esistenza, un presupposto che non riguarda
la Gran Loggia d'Italia che non ha scopi illeciti, ed è dunque
del tutto legittimo il suo ricorrere alla riservatezza". Binni
ha ricordato inoltre che è previsto il recesso volontario degli
iscritti, che l'identità degli associati è nota agli altri
appartenenti all'Obbedienza, così come è noto tutto ciò che
avviene ai più alti livelli dell'Ordine, anche da un punto di
vista amministrativo. Il Gran Maestro ha quindi respinto molte
affermazioni che caratterizzano la relazione dell'Antimafia a
partire dal sospetto che l'Obbedienza abbia occultato parte dei
documenti, sottraendoli all'ordine di consegna, come pure
l'accusa che gli elenchi dati alla Commissione non sarebbero
completi. "Parole in libertà, vere proprie illazioni", ha detto
Antonio Binni.
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