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Massoneria: antimafia, parole in libertà

Massoneria: antimafia, parole in libertà

"Battaglia massoni è in difesa libertà di pensiero"

ROMA, 26 febbraio 2018, 17:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La vera grande battaglia che deve combattere la massoneria è culturale, in difesa della libertà di pensiero e della libera associazione". Lo ha detto il Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia Antonio Binni, alla Tavola Rotonda che si è svolta presso il Teatro dell'Opera del Casinò di Sanremo. Il Gran Maestro ha raccontato la propria audizione dinnanzi la Commissione Parlamentare Antimafia e si è quindi soffermato nell'analisi della Relazione della Commissione presieduta da Rosy Bindi sui rapporti tra mafia e massoneria, mettendone in luce i limiti. "Dettati anzitutto - ha sottolineato Binni - dall'assoluta generalità con la quale si affronta il concetto di massoneria, una nozione evanescente considerando la profonda diversità che esiste fra le Obbedienze massoniche. Una generalizzazione inaccettabile quella della Commissione che si è sommata ad un modus operandi estremamente lacunoso visto che la Commissione ha ampliato il proprio oggetto di indagine soltanto alla massoneria e non anche ai sindacati e ai partiti politici anch'essi sicuramente oggetto di infiltrazioni di carattere mafioso". Il Gran Maestro ha poi spiegato che "segrete sono soltanto quelle organizzazioni costrette a ricorrere al segreto come condizione della loro esistenza, un presupposto che non riguarda la Gran Loggia d'Italia che non ha scopi illeciti, ed è dunque del tutto legittimo il suo ricorrere alla riservatezza". Binni ha ricordato inoltre che è previsto il recesso volontario degli iscritti, che l'identità degli associati è nota agli altri appartenenti all'Obbedienza, così come è noto tutto ciò che avviene ai più alti livelli dell'Ordine, anche da un punto di vista amministrativo. Il Gran Maestro ha quindi respinto molte affermazioni che caratterizzano la relazione dell'Antimafia a partire dal sospetto che l'Obbedienza abbia occultato parte dei documenti, sottraendoli all'ordine di consegna, come pure l'accusa che gli elenchi dati alla Commissione non sarebbero completi. "Parole in libertà, vere proprie illazioni", ha detto Antonio Binni.
   

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