A dieci giorni dalla tragedia di
Rebibbia che ha visto la morte di due bambini, "rimane profondo
il dolore nostro e di tantissimi cittadini e volontari impegnati
nel sostegno dei diritti dei detenuti. Si avverte la necessità
di riavviare una profonda riflessione sulle cause che sono alla
base di questa tragedia, prima su tutte il fatto che, nonostante
la legge, ad oggi ancora assistiamo alla presenza di bambini
nelle carceri italiane". A scriverlo è l' associazione A Roma
Insieme che da anni fa volontariato a Rebbibbia femminile
proprio con i figli delle detenute. "Abbiamo assunto un
comportamento sobrio e rispettoso nel comunicare con i cittadini
e con la stampa una tragedia che ci colpisce direttamente. A
questo spirito vogliamo ancora attenerci, pur non rinunciando ad
essere presenti con una azione sociale e politica per
raggiungere l'obiettivo che da 25 anni ci poniamo, ovvero
"nessun bambino varchi più la soglia di un carcere", scrive la
presidente, Giovanna Longo. L'associazione promuove un sit-in
silenzioso e partecipato in Piazza Montecitorio per Giovedì 4
ottobre a partire dalle ore 11,30 invitando tutte le
associazioni impegnate nel sociale, allo scopo di richiamare
l'attenzione del Parlamento sulla delicata questione dei bambini
in carcere. "Siamo convinti - conclude Giovanna Longo - che
la politica debba assumersi le proprie responsabilità di fronte
ad una questione che, oltre ad avere un carattere di civiltà, è
soprattutto umanitaria. La tragedia in modo acuto ripropone a
tutti (legislatori, cultura, forze sociali e opinione pubblica)
il problema dei bambini in carcere. La nostra associazione oggi
sente ancora più forte la motivazione a battersi per questo
obiettivo di civiltà".
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