(di Manuela Tulli) Un grido forte contro
i clan: Papa Francesco ha scelto di celebrare il Corpus Domini a
Ostia, il quartiere di Roma sul litorale. Non accadeva da
cinquant'anni, da quando cioè Papa Paolo VI decise di svolgere
la processione in quella periferia sul mare, e non nel cuore
della Roma cristiana, San Giovanni in Laterano. E nel quartiere
romano piagato dalle mafie, Francesco chiede di mettere fine a
"omertà" e "prepotenze" e di scegliere invece la via della
"legalità". Invita la popolazione a liberarsi dalle paure e
dall'oppressione, "a non rimanere zavorrati" dal male. Parole
forti che pronuncia nella messa nel piazzale a Santa Monica
prima della processione, per oltre un chilometro tra le vie
della cittadina, guidata dal vicario di Roma, mons. Angelo De
Donatis. "Il Signore ci chiama anche oggi a preparare il suo
arrivo", "anche in questa città, il cui nome - Ostia - richiama
proprio l'ingresso, la porta. Signore, quali porte vuoi che ti
apriamo qui? Quali cancelli ci chiami a spalancare, quali
chiusure dobbiamo superare? Gesù desidera che siano abbattuti i
muri dell'indifferenza e dell'omertà, divelte le inferriate dei
soprusi e delle prepotenze, aperte le vie della giustizia, del
decoro e della legalità", ha detto Papa Francesco nell'omelia.
"L'ampio lido di questa città richiama alla bellezza di aprirsi
e prendere il largo nella vita. Ma per far questo occorre
sciogliere quei nodi che ci legano agli ormeggi della paura e
dell'oppressione", ha sottolineato. "L'Eucaristia invita a
lasciarsi trasportare dall'onda di Gesù, a non rimanere
zavorrati sulla spiaggia in attesa che qualcosa arrivi, ma a
salpare liberi, coraggiosi, uniti". "Avete provato situazioni
dolorose; il Signore vuole esservi vicino. Apriamogli le porte",
ha invitato il Papa. Francesco ha parlato così nella terra degli
Spada passati da 'manovalanza' della più potente famiglia dei
Fasciani a capiclan del litorale romano. L'ascesa era cominciata
nel 2011 con un duplice omicidio ma ha cominciato a vedere la
fine a novembre scorso con una testata a un giornalista ripresa
dalle telecamere; episodio che ha portato all'inizio di
quest'anno ad una serie di arresti. Una prepotenza che ha preso
di mira da anni anche la cronista di Repubblica Federica Angeli,
per questo motivo, sotto scorta. Ma Ostia è anche voglia di
legalità. C'è il progetto del Campidoglio di intitolare un
tratto del lungomare a Falcone e Borsellino, come anche è stata
annunciata l'apertura, a partire dal prossimo settembre, di una
"palestra della legalità" proprio a due passi da quella che era
stata aperta e gestita illegalmente dalla famiglia Spada. Anche
la risposta, questa sera, alla celebrazione con il Papa, con la
presenza di migliaia e migliaia di persone, alla messa e lungo
le vie della processione con il Santissimo Sacramento, in alcuni
casi con i balconi addobbati come si faceva una volta, si
inserisce in questo filone di voglia cambiamento, di volontà di
tornare a parlare di Ostia solo come l'affaccio di Roma sul mare
e non come terra dei boss.
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