A 25 anni dalla strage di Capaci e
per ricordare Falcone e Borsellino, il Consiglio di Stato ha
organizzato un incontro con un folto gruppo di studenti e con i
loro insegnanti che è stato un vero e proprio confronto sulla
legalità e sul "Rispetto della regole come fondamento del vivere
civile", come recita il titolo dell'iniziativa. I veri
protagonisti sono stati proprio i giovani, che hanno presentato
anche dei progetti realizzati non solo sul tema della mafia, ma
anche sulle forme di violenza che segnano il nostro tempo, come
quella contro le donne. Chi attraverso video e musica, chi con
una storia a fumetti, chi con la stesura di un proprio
'manifesto', gli studenti, provenienti da diversi istituti,
hanno messo a fuoco temi legati alla mafia, alla vita nei luoghi
dove la criminalità organizzata è più presente, ma anche ad
altri aspetti che segnano il nostro tempo, come quello della
violenza sulle donne. Tra i presenti, anche molti ragazzi
dell'istituto Vaccari di Roma, giovani con disabilità che hanno
offerto una testimonianza importante, soffermandosi sul valore
dell'art. 3 della Costituzione, secondo cui tutti siamo uguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua,
religione. L'incontro è stato organizzato a Palazzo Spada, sede
del Consiglio di Stato a Roma. Molti i giudici presenti, a
cominciare dal presidente Alessandro Pajno e dal presidente
aggiunto Filippo Patroni Griffi. Una riflessione sul ruolo della
giustizia amministrativa per la legalità e la tutela dei diritti
l'ha offerta Umberto Fantigrossi, presidente Unione nazionale
avvocati Amministrativisti, che ha letto una lettera idealmente
diretta alla figlia, ma in realtà a tutti i giovani presenti,
nella quale spiega che uno Stato che rispetta la legalità, è
quello in cui esiste la giustizia amministrativa, cioè uno Stato
in cui "le Autorità accettano e praticano un sistema che mette
in discussione le loro decisioni e le sottopone ad un controllo
del rispetto della legge e dei canoni della giustizia
sostanziale".
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