Cetraro e l'intero
territorio dell'Alto Tirreno cosentino hanno ribadito il loro
forte "no" alla 'ndrangheta e a qualsiasi forma di violenza ed
illegalità nel corso di una manifestazione svoltasi sul
lungomare della cittadina tirrenica e promossa
dall'Amministrazione comunale all'indomani dell'intimidazione ai
danni di don Ennio Stamile, parroco di Cetraro e coordinatore
regionale di "Libera".
L'iniziativa, che ha visto un'ampia partecipazione di
giovani, studenti, istituzioni, rappresentanti della politica e
del sindacato, del mondo della Chiesa, dell'associazionismo e
del volontariato, è stata conclusa dal presidente della Regione,
Mario Oliverio, "rientrato appositamente da Roma - riferisce un
comunicato dell'ufficio stampa della Giunta - per esprimere la
sua posizione personale e quella dell'attuale Governo regionale
contro ogni forma di illegalità e di violenza".
"Il vile atto intimidatorio compiuto nei giorni scorsi nei
confronti di don Ennio Stamile - ha detto il Presidente della
Regione nel suo intervento - è un atto che colpisce non solo una
persona e ciò che essa rappresenta, ma la città di Cetraro e
l'intera Calabria. Coloro che hanno tentato di intimidire don
Ennio Stamile, una personalità impegnata da anni per liberare la
nostra regione da una piovra che ha soffocato a lungo le sue
potenzialità, sono dei vigliacchi, nemici giurati della Calabria
e del nostro futuro poiché, attraverso atti come questi,
scoraggiano ogni fatto positivo che in questa terra tenta di
dispiegarsi e affermarsi. Io sono qui, questa mattina per
testimoniare a don Ennio che non è solo e che la Calabria
positiva, che vuole crescere e costruire il suo futuro e,
soprattutto, quello dei propri giovani e delle proprie ragazze,
è in trincea, sulla frontiera, nella lotta contro questi
criminali che tanto male hanno fatto e continuano a fare alla
nostra terra. Quella odierna, quindi, è una giornata molto
importante perchè, insieme ai sindaci, alle loro comunità e a
migliaia di ragazzi e ragazze, siamo venuti qui per dire basta,
ma soprattutto per chiedere allo Stato che bisogna fare di più,
andando oltre ciò che si sta già facendo. Ben sapendo, però, che
solo l'azione dello Stato non basta. Il migliore antidoto per
combattere la criminalità e l'illegalità è, infatti, la crescita
della coscienza democratica e civile delle nostre comunità e dei
nostri concittadini. Alla straordinaria azione della
magistratura e delle forze dell'ordine, che io ringrazio a nome
di tutti i calabresi per il loro impegno quotidiano e costante,
è necessario che si accompagni la crescita della coscienza
civile e l'intervento attivo delle comunità. Non possiamo più
volgere lo sguardo dall'altra parte, facendo finta di nulla.
Quando si verificano fatti e situazioni come quelli in cui è
stato coinvolto don Ennio, bisogna stare in campo, avere il
coraggio di denunciare, di agire, di non sentirsi soli, perché
troppo spesso, in passato, molti di noi hanno girato la testa
dall'altra parte e, facendo così, abbiamo preparato il terreno
perché questi mascalzoni agissero indisturbati, impuniti. Solo
se cresce l'agire civile e si afferma una coscienza collettiva
possiamo sconfiggere i veri nemici della nostra terra,
liberandola e facendola crescere".
"Per fortuna, iniziative come questa - ha sostenuto ancora
Oliverio - dimostrano che, soprattutto nei giovani, qualcosa sta
cambiando. Oggi tutta la Calabria è qui per confermare la sua
vicinanza a don Ennio e alla comunità di Cetraro e per dire con
forza che non rinuncia al suo futuro, con la chiara
consapevolezza che il suo futuro e il suo riscatto passano
attraverso la sconfitta della criminalità e l'affermazione della
legalità e dei valori più alti che appartengono alla nostra
gente e alla nostra storia".
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