"Rosario Livatino: quando
i giovani fanno la differenza". É nel nome del 'giudice
ragazzino' Rosario Angelo Livatino, sostituto procuratore presso
il Tribunale di Agrigento, assassinato il 21 settembre del 1999
mentre da Canicattì si recava, senza scorta, in Tribunale, che
questa mattina a Reggio, in un gremitissimo auditorium "Nicola
Calipari" del Consiglio regionale, si è celebrata la 'Giornata
per l'infanzia e l'adolescenza".
"Lo abbiamo fatto nel nome di Rosario Livatino - ha spiegato
il Garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Regione
Calabria, Antonio Marziale - per scendere nel concreto dei
bisogni dei nostri ragazzi: quello di smarcarsi dalla
fascinazione della criminalità organizzata. Offrire l'immagine
del giudice di Canicattì significa offrire una scelta diversa
rispetto alla sopraffazione ed all'arroganza della 'ndrangheta".
Assieme al Garante hanno preso parte ai lavori il presidente
della Corte d'Appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis; il
giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Antonino
Laganà, componente la Giunta nazionale dell'Associazione
nazionale magistrati; i presidenti dei Circoli del Cinema,
"Charlie Chaplin" e "Cesare Zavattini", Claudio Scarpelli e
Tonino De Pace, ed il giornalista Enzo Gallo, portavoce delle
associazioni "Tecnopolis" e "Amici del giudice Rosario Angelo
Livatino". Presente anche don Giuseppe Livatino, postulatore
fase diocesana nel Processo di Canonizzazione di Rosario Angelo
Livatino.
Insieme a centinaia di studenti delle scuole di Reggio
Calabria erano presenti all'iniziativa gli alunni dell'istituto
comprensivo "Mario Rapisardi" di Canicattì, città dove era nato
Rosario Livatino.
"Livatino - ha detto il presidente Gerardis - non era un
eroe. I magistrati non sono eroi, non vogliono essere eroi. Era
solo un uomo che ha scelto di fare il suo dovere, convinto, come
lo siamo anche noi, che la mafia, la 'ndrangheta, si può
sconfiggere, ma solo con le scelte di legalità che passano da
ciascuno di noi". Secondo Antonino Laganà, "nella responsabilità
dei giudici non c'è distinzione tra quello che si è e quello che
si fa. La figura di Livatino, a questo proposito, è emblematica:
credeva nella necessità assoluta di osservare la legge, e come
tale si comportava".
Nel corso dell'iniziativa é stato proiettato il film "Il
giudice ragazzino", di Alessandro Di Robilant, dedicato proprio
a Rosario Livatino. Della pellicola hanno parlato i presidenti
dei circoli Pace e Scarpelli, evidenziando la linearità del
magistrato Livatino in famiglia, nella società, negli uffici
giudiziari, "all'interno dei quali - ha detto Enzo Gallo - visse
la solitudine di magistrato e di uomo isolato, anche per i passi
indietro compiuti da altri magistrati del suo Tribunale che lo
sovraesposero".
Della scelta di Rosario Livatino, "a non farsi una famiglia,
a non avere figli ed a non avere neppure una scorta, non per
superbia ma perché non voleva coinvolgere altri nel suo destino"
ha parlato don Giuseppe Livatino. "Dalle sue scelte quotidiane,
ordinarie - ha concluso don Giuseppe - emergono una Sicilia ed
un Meridione bellissimi".
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