"Che il diritto al lavoro abbia
carattere precettivo". Lo ha detto stamani, a Matera, il Giudice
della Corte Costituzionale Giulio Prosperetti rivolgendosi agli
studenti delle medie superiori in un incontro del "Viaggio in
Italia: la Corte costituzionale nelle scuole".
"Il ruolo dei giuristi e della Corte costituzionale in
particolare - ha aggiunto - è quello di ricavare dalla
Costituzione tutto quello che ci può dare. Finora è stato tutto
interpretato in termini di libertà, dignità, ma ci sono alcune
norme che secondo me hanno un valore precettivo. Per esempio il
diritto al lavoro che normalmente è stato interpretato come un
diritto di libertà. Invece credo che possa essere costruito come
un diritto pretensivo vero e proprio. Si dovrà, quindi, trovare
il modo per obbligare le istituzioni a dare lavoro. Non solo a
concedere la libertà di lavoro. Credo che sia il messaggio più
importante da trasmettere e in una situazione particolare del
Paese. Sono stati aboliti i lavori socialmente utili che,
invece, rappresentavano una situazione in contesti di grave
disoccupazione".
Quanto ai valori da trasmettere, il Giudice ha indicato i
valori di uguaglianza e di rispetto della persona. "Siamo in una
fase in cui in Europa - ha evidenziato - nascono movimenti
xenofobi, razzisti e quindi il messaggio della Costituzione è
quello di combattere le discriminazioni, garantire l'uguaglianza
e in definitiva tutti i valori che hanno costituito la nostra
civiltà". Prosperetti ha inoltre detto di essere d'accordo
sull'importanza di far conoscere la Costituzione attraverso
l'educazione civica nelle scuole, ma ha messo in evidenza la
carenza di insegnanti da formare. "Sono d'accordo, ma - ha
sottolineato - il problema sarà quello di reclutare gli
insegnanti perché a suo tempo era stata introdotta l'educazione
civica ma non c'erano gli insegnanti dedicati. Era affidata alla
buona volontà di qualche insegnante compiere questo approccio.
Dovrebbe essere, invece, non solo l'educazione civica, ma anche
i fondamenti del diritto perché i ragazzi arrivano a 20 anni
senza aver avuto un impatto con la normativa che, invece - ha
concluso - condiziona e guida tutta la realtà sociale".
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