"Con i migranti per fermare la
barbarie". E' l'appello firmato finora da oltre 40 tra ong,
associazioni, sindacati rappresentanti della società civile, che
ritengono sia giungo il "tempo di compiere un primo, grande,
passo. Tutti insieme. E possiamo farlo manifestandoil 27
ottobre 2018, non in una ma dieci, cento città". Da Actionaid
all'Anpi, da Arci al Centro Astalli, da Libera a Cgil e Uil,
l'appello afferma che "in Italia e in Europa risuonano forti
campanelli di allarme. I princìpi di civiltà e di convivenza
democratica sono tornati a essere bersagli di chi vuole
dividere, reprimere, escludere, cacciare. Razzismo e xenofobia
vengono ogni giorno instillati tra gli italiani del Nord e del
Sud, e si diffondono nelle città e nelle periferie sociali. Ma
se prima si trattava soltanto di segnali universalmente
considerati negativi, adesso i sintomi sono rappresentativi di
un'involuzione profonda. E fanno paura".
"A fronte di un cambiamento così preoccupante, è necessario
intensificare ed estendere la risposta di popolo contro le
violenze, i soprusi, le prepotenze che scendono dall'alto come
una nera cappa che copre il nostro Paese. Una risposta in nome
dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non possiamo
e non dobbiamo smarrire", prosegue l'appello.
"Da più parti viene la richiesta di una battaglia di civiltà,
in difesa della democrazia costituzionale. E contro le
diseguaglianze, contro le povertà, sociali e culturali che i
ministri dell'odio manipolano, strumentalizzando il disagio e la
sofferenza che coinvolgono milioni di italiani, per rivolgere la
rabbia nei confronti delle persone più deboli dei nostri tempi:
i migranti. A questa gente, a milioni di donne, uomini, bambini
viene negato qualsiasi diritto. È un'umanità che fugge da fame,
povertà, guerre, terrore. Di questo immenso popolo, una piccola
parte vorrebbe venire in Italia, anche solo per attraversarla.
Lo vorrebbe fare rivolgendosi agli Stati, legalmente e senza
rischiare la vita. Ma leggi e politiche sempre più
proibizioniste e liberticide producono morte e sofferenza e
alimentano la criminalità e le mafie".
In Italia soffia un vento furioso di propaganda e, peggio, di
violenza. Il limite della intolleranza si traduce in forme di
aggressione e regressione sempre più gravi. I migranti diventano
ostaggi, nemici, gente pericolosa. E come se non bastassero il
blocco delle navi e il boicottaggio delle Ong, il governo
approva un decreto che, se accolto dal Parlamento, metterebbe
ancora più a rischio la loro vita. Un Decreto che punta a
demolire il diritto d'asilo, a consegnare ai privati
l'accoglienza puntando sui grandi centri che alimentano
corruzione e razzismo, scaricando sui territori costi, disagio e
tensione sociale", spiega l'appello.
"Eppure nonostante le difficoltà politiche, nonostante i
dubbi, nonostante le divisioni, tanti italiani sono disposti a
fare argine al drammatico dilagare di comportamenti "cattivi",
che non avevamo ancora mai visto prima verso i più indifesi. Ma
c'è di peggio, perché chi perseguita i deboli non se ne
vergogna. Ostentando e stimolando odio. A questa vasta area
democratica, religiosa e laica, spetta il compito di tenere alta
la bandiera della civiltà, della pace, della convivenza tra
diversi, della democrazia. La chiesa di Papa Francesco
interpreta con lucidità i tempi presenti. Il mondo cattolico,
con le sue strutture e i suoi giornali, insieme alle tante
associazioni sono già impegnati in aiuto dei migranti e in prima
fila contro razzismo e xenofobia. Altrettanto il mondo laico:
donne, uomini, giovani e meno giovani, compagne e compagni,
preoccupati e convinti della necessità di dare un'ampia e forte
risposta alla crescente barbarie", conclude l'appello.
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