Il Consiglio dei Ministri di
questa mattina ha approvato il Trattato di cooperazione
Giudiziaria e di estradizione con gli Emirati Arabi che dovrà
essere ratificato dal nuovo Parlamento per diventare operativo e
permettere il rientro in Italia di una dozzina di latitanti tra
cui spiccano nomi noti, tra i quali Amedeo Matacena e il cognato
di Gianfranco Fini Giancarlo Tulliani. Lo rendono noto fonti
parlamentari.
"Un altro passo - commenta il deputato Pd Davide Mattiello,
che da tempo si batte per questo provvedimento - che va nella
direzione giusta. Ringrazio il Presidente del Consiglio
Gentiloni e il Ministro Orlando: ora sarà anche possibile porre
fine alle latitanze spudorate che si consumano negli Emirati
alla luce del sole. Proprio ieri la presentazione a Roma della
relazione finale della Commissione Antimafia metteva in evidenza
come i rischi più seri alla tenuta dell'ordinamento democratico
del nostro Paese arrivino da mafie ed organizzazioni segrete
capaci di muoversi con disinvoltura su scala internazionale,
anche grazie alla complicità di professionisti altolocati.
Sicuramente gli Emirati Arabi sono diventati, loro malgrado, uno
snodo essenziale per questo genere di criminalità organizzata e
l'assenza di un Trattato di cooperazione giudiziaria e di
estradizione ha fino a qui reso molto difficile per le autorità
italiane intervenire. Il passaggio in Consiglio dei Ministri è
il segnale che in tanti aspettavamo, pur sapendo che non siamo
ancora all'ultima tappa".
A Dubai è fuggito qualche tempo fa Giancarlo Tulliani,
cognato di Gianfranco Fini, e si trovano anche l'ex parlamentare
di Forza Italia Amedeo Matecena, condannato in via definitiva
per concorso esterno in associazione mafiosa, il
narcotrafficante Raffaele Imperiale, Samuele Landi, ex ceo di
Eutelia, condannato in primo grado a nove mesi nel 2015 per il
crac della società e il costruttore Andrea Nucera, autore di
presunti abusi in una lottizzazione.
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