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Codice antimafia in Aula,pressing per sì

Codice antimafia in Aula,pressing per sì

FI presenta pregiudiziale costituzionalità. E c'è chi teme stop

ROMA, 25 settembre 2017, 18:47

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Il Codice Antimafia è approdato oggi per la discussione generale nell'Aula della Camera dove lo dovrebbe attendere una terza e veloce lettura, in vista di una rapida approvazione tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima. A porre subito una pregiudiziale di costituzionalità è stato il gruppo di Forza Italia, come annunciato dalla deputata Elvira Savino: in particolare quello che da tempo i berlusconiani vogliono ridimensionare è il sequestro dei beni dei corrotti così come per i mafiosi. Il provvedimento allarga infatti la cerchia dei possibili destinatari delle misure di prevenzione: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, concussione e corruzione - ma solo nel caso di reato associativo - anche in atti giudiziari, che è la contestazione alla quale deve rispondere Silvio Berlusconi nel processo Ruby ter, dov'è accusato di aver pagato alcuni testimoni del primo processo al termine del quale è stato assolto.
    L'avvocato Ghedini ha negato però che il cavaliere sia coinvolto in nessun modo. La norma, come ha spiegato nei mesi scorsi, al di la' dell'inserimento dei reati contro la P.A., "non può come sa qualsiasi operatore del diritto, per la sua stessa struttura, trovare applicazione alcuna per il Presidente Berlusconi, per il quale tale modifica e' del tutto indifferente". La questione pregiudiziale verrà probabilmente votata domani; da mercoledì si passerà al voto degli emendamenti che possono essere presentati entro domani per l'Aula, e quindi degli articoli, 38 in tutto. Quanto alle perplessità espresse da alcuni partiti, dagli industriali e dal presidente dell'Anac Cantone sull'estensione delle misure patrimoniali anche per chi è indiziato di reati contro la Pa, per la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi (Pd), prima firmataria del provvedimento oggi in Aula, "se un rischio c'è, non è nell'estensione delle norme che combattono la mafia e la corruzione, dato peraltro, più volte, da molti invocato. Il caso Roma è la dimostrazione: non so se in sede di appello si affermerà che era mafia, ma se non fosse mafia è, comunque, l'estensione dei metodi mafiosi ai comportamenti corruttivi". Per il relatore, Davide Mattiello (Pd), "chi oggi corrompe in maniera sistemica si sta seriamente candidando ad organizzare un potere criminale che se lasciato evolvere, potrà trasformarsi in una vera e propria nuova mafia". Di qui la convinzione "che abbiamo fatto bene ad estendere l'applicabilità agli indiziati di reati contro la PA". Per la deputata di Ap-Ncd, Rosanna Scopelliti, è necessario che i provvedimenti come questo sulle mafie "viaggino su una corsia prioritaria" dalla prossima legislatura". Anche art. 1 Mdp, per mezzo della deputata Luisa Bossa, ha annunciato il voto favorevole. Il timore di qualche parlamentare è che il Codice antimafia possa finire nella "trattativa" per arrivare alla nuova legge elettorale e che la maggioranza finisca per bocciarlo, magari con un voto segreto, per accontentare chi, tra le forze politiche, non lo vorrebbe. Ma il capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Valeter Verini, assicura "lo approveremo in fretta, forse anche entro questa settimana".
   

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