Il Codice Antimafia è approdato oggi
per la discussione generale nell'Aula della Camera dove lo
dovrebbe attendere una terza e veloce lettura, in vista di una
rapida approvazione tra la fine di questa settimana e l'inizio
della prossima.
A porre subito una pregiudiziale di costituzionalità è stato
il gruppo di Forza Italia, come annunciato dalla deputata Elvira
Savino: in particolare quello che da tempo i berlusconiani
vogliono ridimensionare è il sequestro dei beni dei corrotti
così come per i mafiosi. Il provvedimento allarga infatti la
cerchia dei possibili destinatari delle misure di prevenzione:
oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di
associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi
commette reati contro la pubblica amministrazione, come
peculato, concussione e corruzione - ma solo nel caso di reato
associativo - anche in atti giudiziari, che è la contestazione
alla quale deve rispondere Silvio Berlusconi nel processo Ruby
ter, dov'è accusato di aver pagato alcuni testimoni del primo
processo al termine del quale è stato assolto.
L'avvocato Ghedini ha negato però che il cavaliere sia
coinvolto in nessun modo. La norma, come ha spiegato nei mesi
scorsi, al di la' dell'inserimento dei reati contro la P.A.,
"non può come sa qualsiasi operatore del diritto, per la sua
stessa struttura, trovare applicazione alcuna per il Presidente
Berlusconi, per il quale tale modifica e' del tutto
indifferente".
La questione pregiudiziale verrà probabilmente votata domani;
da mercoledì si passerà al voto degli emendamenti che possono
essere presentati entro domani per l'Aula, e quindi degli
articoli, 38 in tutto.
Quanto alle perplessità espresse da alcuni partiti, dagli
industriali e dal presidente dell'Anac Cantone sull'estensione
delle misure patrimoniali anche per chi è indiziato di reati
contro la Pa, per la presidente della Commissione Antimafia Rosy
Bindi (Pd), prima firmataria del provvedimento oggi in Aula, "se
un rischio c'è, non è nell'estensione delle norme che combattono
la mafia e la corruzione, dato peraltro, più volte, da molti
invocato. Il caso Roma è la dimostrazione: non so se in sede di
appello si affermerà che era mafia, ma se non fosse mafia è,
comunque, l'estensione dei metodi mafiosi ai comportamenti
corruttivi". Per il relatore, Davide Mattiello (Pd), "chi oggi
corrompe in maniera sistemica si sta seriamente candidando
ad organizzare un potere criminale che se lasciato evolvere,
potrà trasformarsi in una vera e propria nuova mafia". Di qui la
convinzione "che abbiamo fatto bene ad estendere l'applicabilità
agli indiziati di reati contro la PA".
Per la deputata di Ap-Ncd, Rosanna Scopelliti, è necessario
che i provvedimenti come questo sulle mafie "viaggino su una
corsia prioritaria" dalla prossima legislatura". Anche art. 1
Mdp, per mezzo della deputata Luisa Bossa, ha annunciato il voto
favorevole. Il timore di qualche parlamentare è che il Codice
antimafia possa finire nella "trattativa" per arrivare alla
nuova legge elettorale e che la maggioranza finisca per
bocciarlo, magari con un voto segreto, per accontentare chi, tra
le forze politiche, non lo vorrebbe. Ma il capogruppo del Pd in
commissione Giustizia, Valeter Verini, assicura "lo approveremo
in fretta, forse anche entro questa settimana".
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