In tutti i paesi dell'Ocse la crisi
del Covid-19 ha portato cambiamenti radicali nella scuola che ha
comportato un carico di lavoro aggiuntivo per i capi di
istituto, come l'organizzazione delle risorse per il remoto,
l'apprendimento durante la chiusura delle scuole e il
coordinamento con le autorità sanitarie per le riaperture delle
scuole. E' quanto emerge in uno studio dell'Ocse
(l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)
su ruoli e stipendi dei dirigenti scolastici, dal quale si
evince che gli stipendi dei capi di istituto sono in media del
59% superiori a quelli degli insegnanti del livello secondario
inferiore.
In media nei Paesi Ocse i capi di scuola primaria guadagnano
il 26% in più dei docenti, i capi di scuola secondaria inferiore
guadagnano il 38% in più e i capi di scuola secondaria superiore
guadagnano il 46% in più.
Il premio salariale medio effettivo dei capi di istituto
rispetto agli insegnanti varia ampiamente da paese a paese. Per
esempio, a livello secondario inferiore - calcola lo studio- il
premio medio supera il 100% in Inghilterra (Regno Unito) (136%)
e Italia (160%), mentre è inferiore al 50% in 14 dei 26 paesi
OCSE con dati, con il i più bassi in Estonia (20%).
Lo stipendio effettivo dei capi di istituto è determinato dalle
tabelle salariali, dalle indennità per determinati compiti e
responsabilità e indennità per le condizioni di lavoro. Nella
maggior parte dei paesi, gli stipendi dei capi di istituto e
le indennità nelle istituzioni pubbliche sono decise a livello
centrale.
La situazione varia da Paese a Paese: a livello secondario
inferiore, per esempio, in Italia sono garantiti ai capi di
istituto stipendi base più alti rispetto agli insegnanti, mentre
il differenziale salariale tra capi di istituto e insegnanti è
molto limitato in Turchia.
In media nei 30 paesi Ocse il 64% dei capi di istituto nelle
istituzioni pubbliche è
soddisfatto del proprio lavoro ma solo il 42% è soddisfatto
dello stipendio che riceve. In media inoltre sempre nei paesi
Ocse il 71% dei capi di istituto segnala che il proprio lavoro
amministrativo è fonte di molto stress. Circa la metà dei capi
di istituto (nelle istituzioni pubbliche e private) indica come
motivo di stress lo stare al passo con le mutevoli decisioni
statali e locali, essere ritenuti responsabili del rendimento
degli studenti (46%), il rapporto con i genitori o i loro tutori
(47%).
In media nei Paesi Ocse, i capi di istituto devono lavorare
1658 ore l'anno a livello pre-primario, 1630 ore a livello
primario, 1628 ore a livello secondario inferiore e 1 632 ore a
livello secondario superiore che si traducono in una media di
7-8 ore al giorno.
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