"La lotta alla mafia la fanno le
forze dell'ordine, lo Stato ma i colpi più pesanti sono stati
subiti dalle mafie nel momento in cui si è mobilitata la società
civile, indignandosi e ribellandosi. Libri come "In nome del
figlio. Saveria Antiochia, una madre contro la mafia" di Jole
Garuti raccontano cosa sono state le mafie in Italia e, quindi,
anche cosa possono tornare ad essere. Le mafie, infatti, ci sono
ancora: hanno subito colpi durissimi, hanno fatto scelte
strategiche diverse ma ci sono. La 'ndrangheta, ad esempio, per
mimetizzarsi meglio nella società ha scelto di abbandonare gli
aspetti militari e agire penetrando l'economia legale ma gli
arsenali li ha ancora e se servissero verrebbero usati, come
hanno raccontato i magistrati che hanno seguito l'inchiesta
Aemilia». Lo ha detto il senatore Franco Mirabelli, che nella
scorsa legislatura è stato capogruppo PD nella Commissione
Parlamentare Antimafia, intervenendo alla presentazione del
libro di Jole Garuti a Milano.
"Non dobbiamo perdere la memoria di vicende come quella di
Saveria Antiochia e di suo figlio ed è importante che se ne
discuta anche nelle scuole - ha proseguito Mirabelli - Oltre al
lavoro di forze dell'ordine, magistrati, carabinieri, nella
lotta alla mafia dobbiamo tantissimo alla rivolta della società
civile che c'è stata dopo le stragi. Per questo, è importante il
lavoro che fanno persone come Jole Garuti, Nando Dalla Chiesa, o
le associazioni come Libera: perché fa tenere accesi i
riflettori sul problema delle mafie, ricordando che ci sono
ancora e che sono molto pericolose anche se non si vedono. Oggi,
infatti, in Italia c'è molta preoccupazione per i piccoli reati
di strada ma non c'è alcun allarme sociale rispetto al fatto che
le mafie ci sono, come esplicita chiaramente anche la Relazione
conclusiva della Commissione Parlamentare Antimafia".
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